martedì 10 luglio 2012

CHE PANICO! 16 Domande per conoscere meglio uno tra i Disturbi d'Ansia più diffusi


“Tutto ha avuto un inizio improvviso, ha raggiunto velocemente l’apice, quel groppo alla gola, mi sentivo come se dovessi impazzire, morire, forse un infarto, Sudavo, avevo anche i brividi,  tutto lontano da me, la paura, il cuore a mille, e poi la paura che la gente mi vedesse, stavo per svenire, .. quei minuti che sono sembrati eterni, sembravano non finire mai, Dott.ssa è stato terribile…”

Tresoconto paziente  primo colloquio

Se  hai vissuto almeno una volta queste stesse e intense Sensazioni, è possibile che tu abbia sperimentato un 

ATTACCO DI PANICO
   

Cosa sono gli Attacchi Di Panico?
Il DSM IV (Manuale Diagnostico e Statistico dei disturbi mentali) definisce il Panico come un “Periodo caratterizzato dall’improvvisa comparsa di intensa apprensione, paura o terrore”, durante il quale 4 dei 13 sintomi riportati  nel Manuale si sono sviluppati improvvisamente ed hanno raggiunto il picco nel giro di 10 minuti. In parole più semplici, un attacco di panico è un episodio di Ansia acuto accompagnato da sintomi fisici e psicologici. E' classificato nella categoria Disturbi d’Ansia. Un singolo attacco può essere un’esperienza assolutamente transitoria, certamente non piacevole ma, in qualche modo, utile per la crescita dell’individuo. Il DP, invece, può rivelarsi una patologia molto grave. Alcuni pazienti si chiudono in  casa per anni, altri perdono lavoro, affetti e prospettive.

Quali caratteristiche  ha l’attacco di panico?
Una delle caratteristiche principali è quella di essere nelle prime volte inaspettato e imprevedibile. Questa “imprevedibilità” getta nello sconforto il soggetto che, con il passare del tempo, assocerà l’attacco a stimoli ben precisi che consentono al paziente di prevedere quando starà male. Questo è l’inizio di un circolo vizioso che può portare ad una cronicizzazione del disturbo oltre che ad una riduzione delle attività e dei luoghi frequentati dal paziente. Più si evitano le situazioni temute, più la vita ne risulta impoverita.

Quanto durano?
Un attacco di panico raggiunge l’apice nel giro di 10 minuti ed è accompagnato da una intensa sensazione di pericolo imminente e da una spinta alla fuga.

Quali sono i Sintomi?
Nel DP, il paziente vive una intensa sintomatologia sul piano fisico e cognitivo. Nel primo caso abbiamo: Palpitazioni, Tachicardia, Cardiopalmo,  Capogiri, Sudorazione, Tremori Fini o Grandi Scosse, Sensazione Di Soffocamento, Dispnea, Xerostomia (Secchezza Dele Fauci) Dolore o Fastidio Al Petto, Nausea, Brividi o Vampate Di Calore, Parestesie, Disturbi Gastrointestinali; nel secondo caso, Cognitivamente avremo: paura di Perdere il controllo, morire o impazzire e Derealizzazione (senso di irrealtà), Depersonalizzazione (sensazione di staccarsi da se stessi).

Tutti questi Sintomi sono presenti contemporaneamente?
No.Ogni individuo riporta un numero di sintomi variabile. Gli attacchi con meno di 4 sintomi sono detti Paucisintomatici.

Quando si può parlare di Disturbo di Panico?
Possiamo parlare di disturbo di panico quando si presentano attacchi di panico ricorrenti e imprevedibili, seguiti per almeno un mese da timore persistente rispetto all’eventuale insorgenza di un nuovo attacco, da preoccupazioni circa le possibili conseguenze degli attacchi, o da un cambiamento significativo del comportamento correlato agli attacchi. Non parliamo di disturbo di panico se questi dipendono e sono correlati con una condizione medica generale, una sostanza, un disturbo psichiatrico.

Di cosa ho “Panico”?
L’attacco di panico è una paura, completamente immotivata, che è in grado di stravolgere ogni coordinata razionale. Il pericolo da cui fuggire o da affrontare non esiste.

Come si possono presentare gli Attacchi di Panico?
Gli attacchi di panico possono presentarsi sotto diversi tipi: Attacchi di panico notturni, Attacchi di panico situazionali che si manifestano quasi immediatamente con l’esposizione a una situazione di stimolo, Attacchi di panico in alcune situazioni predisponenti o in determinati contesti emotivi, Attacchi di panico del tutto inaspettati e imprevedibili, Attacchi di panico in gravidanza, Attacchi di panico in situazioni traumatiche, Attacchi di panico con e senza agorafobia.

Come terminano gli Attacchi di Panico?
Gli attacchi di panico come abbiamo detto, durano in genere pochi minuti, minuti che per il soggetto sembrano durare un’eternità, lasciandolo in preda allo sconforto e allo sfinimento. Solitamente il modo più rapido, ed erroneo, messo in atto da chi soffre di attacchi di panico è di evitare la situazione, sfuggendola. Questo a breve termine conduce ad un sollievo dal panico ma cronicizza e mantiene il disturbo nel tempo, limitando sempre più la vita del soggetto.

In chi si manifestano e quando?
Nessuno è esente dagli attacchi di panico. Questi infatti posso manifestarsi sia nelle donne che negli uomini, siano essi, Adulti, anziani, ed addirittura bambini. Statistiche però, riportano un più alto tasso di incidenza del panico, nel sesso femminile. Solitamente il primo attacco si manifesta nella giovane età, tra i 15 e i 19 anni e tra i 25 e 30 anni. Un esiguo numero inizia nell’infanzia, con probabilità inferiori di insorgenza dopo i 45 anni.

I Sintomi che si avvertono durante l’Attacco sono pericolosi?
No. Il dolore al petto è spesso confuso dal soggetto con l’angina pectoris e la sensazione di morte imminente. Un cardiopatico che subisce un forte trauma può andare incontro ad un infarto. Non è questo il caso di un paziente affetto da DP.

Quali sono le cause del Panico?
Le cause del DP sono molteplici: componenti Genetiche, Ambientali, Biologiche, interagiscono. Ricerche hanno, inoltre, dimostrato una predisposizione genetica nello sviluppare DP, con una probabilità 4 volte maggiore tra familiari di primo grado.

Solo “Panico”?
A volte il DP si presenta in comorbidità con altri Disturbi d’Ansia, con Disturbi dell’Umore come la Depressione o con Disturbi di personalità. È utile, per programmare un efficace Trattamento, un giusto inquadramento diagnostico ed una precisa diagnosi differenziale.

Panico e neurobiologia?
I meccanismi neurovegetativi della paura sono ormai relativamente noti. Ad oggi non è stata individuata una regione encefalica responsabile in modo specifico della genesi e della percezione di paure e fobie. La teoria più accreditata dice, invece, che esista una collaborazione di aree diverse del cervello. Alcune aree del lobo parietale  vengono massicciamente irrorate di sangue in corso di un attacco di panico. Lo stesso accade per la corteccia prefrontale anche se essa è più attiva durante l’insorgere della paura e delle emozioni. Altre aree della paura sono l’insula e il lobo occipitale per l’integrazione delle funzioni visive. L’amigdala è inoltre importante per la memorizzazione degli episodi che hanno generato ansia sia reali sia che siano solo rappresentati mentalmente



Il Distubo di Panico si può curare? Come ?
Assolutamente Si. Fino a non molti anni fa di DP si parlava poco: i pazienti erano convinti di soffrire di una malattia incurabile Il DP è curabile e gran parte dei pazienti guarisce. Attualmente i trattamenti cognitivo-comportamentali per il disturbi di panico sono quelli meglio studiati e con risultati efficaci di evidenza clinica. Altrettanto efficaci nel trattamento del DAP risultano essere i farmaci “antipanico” (associazione di antidepressivi SSRI = Inibitori selettivi della ricaptazione della serotonina e benzodiazepine).  L’associazione di entrambi i protocolli, Psicoterapeutico e Farmacologico, risulta la terapia elettiva.

A chi mi posso rivolgere?
Escluse le condizioni mediche generali, è possibile rivolgersi a figure professionali specializzate nel trattamento del DP. Uno Psicoterapeuta Cognitivo Comportamentale ed un Medico Specialista per l’eventuale coadiuvante terapia farmacologica, possono aiutare ad impostare un Trattamento adeguato. Non servono anni di Psicoanalisi per guarire dal DP.

Il Panico è una trappola di rigidità e solitudine: quando si apre uno spiraglio, gradualmente si trova una via di uscita. È' importante sottolineare che gran parte della Sintomatologia del Disturbo , nonché la stessa Patologia, sono mantenute, aggravate e cronicizzate, dalle stesse “strategie” che il paziente mette in atto, abitualmente, per difendersi (Evitamento,  Fuga, uso improprio di Benzodiazepine, richiesta di un accompagnatore, etc.)

a cura di Dott.ssa Carriero

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