mercoledì 12 novembre 2014

ADOLESCENTI E .. SEXTING

Sempre più Adolescenti lo fanno. e nondimeno preadolescenti e Bambini.
Complici i Social e le App di instant messagging, e il possesso di un Cellulare. Così ragazzini dai 9 anni in su, si addentrano alla scoperta del Sesso e dei suoi "tabù". Ci si scambia foto osè, a volte ai limiti del decoro, si fanno proposte, ci si scambia audio, tra due o in un Gruppo. Quando? Ogni occasione è buona: nel pomeriggio, dopo i compiti, durante la Ricreazione.
Genitori e Docenti in preda all' imbarazzo..
Perchè accade tutto ciò? come Comportarsi di fronte a comportamenti come questi? Perchè i nostri figli ed alunni fanno Sexting?.. Parliamone..

EVENTO


martedì 23 settembre 2014


Difficoltà di Apprendimento e di Concentrazione? Difficoltà ad organizzare i compiti a casa e lo studio? Le insegnanti ti esortano a impegnarti di più? Commetti sempre gli stessi errori? la Lettura e la Scrittura sono un problema? Hai una diagnosi di DSA ma non sai a chi ne come effettuare il Training di Riabilitazione o Potenziamento? I servizi sul Territorio sono pochi e non effettuano le Riabilitazioni o i Potenziamenti dei DSA?

SERVIZIO DI PSICOLOGIA SCOLASTICA E PSICOPEDAGOGIA CLINICA AMBULATORIALE

mercoledì 3 settembre 2014



Domenica 7 Settembre ore 19.00 c/o Castello Ducale Ceglie Mess.ca, vi parlerò di:
PERCHE' MANGIAMO SENZA FRENI? COSA INFLUENZA IL NOSTRO COMPORTAMENTO ALIMENTARE E QUELLO DEI NOSTRI FIGLI?PERCHE' LE DIETE FALLISCONO?

lunedì 30 giugno 2014

ADHD.Cosa fare


 
Come in precedenza anticipato nel Post:  http:, http://dottoressaevelinacarriero.blogspot.it/2014/06/vado-1000-storie-di-bambini-senza-freni.html, Oggi ritorniamo a parlare di ADHD: ADHD.Cosa fare?
Troverete in allegato al Post , materiale che potrete scaricare e utilizzare sia a Scuola che a casa. Il materiale è costituito da una Check List, ossia una Griglia di Osservazione da compilare e valutare, che vi consentirà di ottenere una quadro di osservazione unitario dei comportamenti problematici,  che sia Insegnanti che Genitori troveranno molto utile.
È bene precisare che la Check list è una griglia di osservazione e NON costituisce pertanto Strumento di Valutazione e/o Diagnosi, la quale va sempre affidata ad un Esperto ed effettuata con VALIDATI Strumenti psicodiagnostici.
Nel primo post abbiamo definito l’ ADHD ed abbiamo illustrato quelle che sono le manifestazioni “fenotipiche” più frequenti, soprattutto nel contesto scolastico, ma anche a casa.
Un aspetto fondamentale, per comprendere se un Bimbo può avere un potenziale disturbo da ADHD, è osservarlo nel contesto in cui si manifestano i sintomi, i quali sintomi sono presenti in tutti i contesti di vita: scuola, casa, gioco con i compagnetti, attività pomeridiane e extrascolastiche, ecc. L’ ADHD si protrae anche in Adolescenza, seppure il numero di diagnosi in questo periodo sia inferiore, in quanto l’irrequietezza motoria e l’iperattività, frequente nei bambini della Scuola Primaria, hanno lasciato il posto ad una irrequietezza “interiore”. Un importante elemento da tenere presente è che le manifestazioni di iperattività/disattenzione devono avere una durata superiore ai sei mesi: questo significa che se un Bimbo si mostra particolarmente attivo per alcuni mesi, non necessariamente questo costituisce un indice di ADHD. Va comparata, inoltre, la coerenza tra il comportamento e la fase evolutiva del bambino (età - comportamento). L’ADHD può manifestarsi nella sua forma mista, con sintomi di disattenzione e iperattività/impulsività oppure presentare sintomi predominanti (es. sottotipo Disattenzione).
A questo punto, sia Insegnanti che Genitori, avranno maggiore chiarezza ed informazioni circa il Disturbo. L’’ ADHD è davvero un Disturbo molto articolato e complesso, che non è possibile esaurire in solo post. Torneremo nei prossimi giorni, con nuovo materiale ed ulteriori approfondimenti. Vi invito a SCARICARE gratuitamente il Material eo richiederlo all'indirizzo mail: studiosanpio@alice.it in formato .pdf



venerdì 27 giugno 2014

VADO A 1000: Storie di Bambini senza freni



“S. È un bimbo che da sempre, sin dalla scuola dell’ infanzia ha manifestato un irrefrenabile bisogno di muoversi. Appare inquieto, cambia gioco spesso, si stanca facilmente e le attività proposte perdono facilmente per lui attrattiva. Anche la socializzazione con i compagnetti appare a volte difficoltosa. S. Non rispetta le regole, è impulsivo, vuole fare di testa sua. Quando s. Utilizza i giochi la sua attenzione è colpita da tutti quelli colorati, vorrebbe prenderli tutti anche contemporaneamente,ma poco dopo questi smettono di avere interesse per lui e s. Ne cerca degli altri. La sua gestione da parte delle insegnanti appare complicata, ancor più perché si tratta di classi numerose.  S. Non ascolta ne rispetta le indicazioni delle maestre,: le attività educative,  la merenda, il momento dei giochi, la mensa, l’uscita in cortile, sino andare al bagno, sono occasione per s. Di scatenarsi; corre,  fa scherzi ai compagnetti, si alza continuamente. L’attesa, inoltre, è per s. Sgradevole,in quanto vorrebbe tutto e subito, come se avesse un bisogno incontrollabile. Questo comportamento mette davvero alla prova la pazienza delle insegnanti e dei genitori, che spesso esausti, lo rimproverano e lo puniscono. A breve s. Farà ingresso nella scuola primaria e la situazione non sembra migliorare. I tempi di attenzione si faranno più lunghi, i compiti didattici più complessi ed atricolati, le attività più strutturate e meno libere. ..”

ADHD - ATTENTATION DEFICIT HYPERACTIVITY DISORDER
Molte famiglie, prima o poi, si trovano coinvolte nelle problematiche scolastiche dei propri figli. Ma alcuni bambini mettono davvero alla prova le capacità e la pazienza di genitori ed insegnanti. Cosa accade a questi bambini e perché si comportano così?
I bambini che presentano significative difficoltà di attenzione, con o senza comportamenti e manifestazioni di iperattività e/o impulsività, potrebbero configurarsi in un Disturbo detto ADHD O DDAI (ATTENTATION DEFICIT HYPERACTIVITY DISORDER o Disturbo Da Deficit Di Attenzione E Iperattivita’). 
L’ ADHD è un disturbo che interessa l’area comportamentale, cognitiva ed emotiva del bambino, con ripercussioni nell’area scolastica e relazionale. Le prime manifestazioni appaiono evedenti già nella scuola dell’Infanzia, ma è all’entrata nella scuola primaria che le manifestazioni comportamentali si fanno notevolmente problematiche e difficoltose. Le attività educative e didattiche si fanno, in questa fase, più articolate, complesse e strutturate: eseguire esercizi, controllarne la correttezza, pianificare, lavorare in gruppo, rispondere alle domande, restare seduto al banco per tempi più lunghi, prestare attenzione alle spiegazioni e prendere appunti, ecc. 
Tutti questi compiti sono per un bambino con ADHD estremamente difficoltose e problematiche. Il bambino non riesce a stare seduto al banco, è spesso distratto,  si alza frequentemente, disturba la Lezione e l'Insegnante, ed ogni occasione è buona e la causa è sempre attribuita agli altri. Tenere in ordine la postazione, la cartella, i quaderni, è quasi sempre impossibile. Le consegne vengono recepite in parte o non recepite, il materiale didattico è spesso smarrito. I compagni sono disturbati, infastiditi ed, in alcuni casi, aggrediti fisicamente. Anche lo svolgimento dei compiti a casa non appare migliore, e sfinisce i genitori che si riversano in interi pomeriggi, trascorsi nel disperato tentativo di portare a termine i compiti, recuperare le consegne, invitare alla concentrazione. 
Eppure, in alcune attività ed alcuni compiti, questi bambini ottengono prestazioni buone ed adeguate e questo disorienta ulteriormente sia gli insegnati che le famiglie, che iniziano a sospettare che possa trattarsi di negligenza, scarso impegno, disinteresse, problematiche educative e di insegnamento.
Le ripercussioni sul piano sociale e relazione del Bambino sono piuttosto marcate. I continui richiami, i rimproveri, le punizioni da un lato, l’esclusione e l’emarginazione da parte dei compagni e la percezione della propria difficoltà dall’altro, creano intorno a lui un clima di ostilità, frustrazione, disistima che amplificano le manifestazioni comportamentali, emotive, cognitive.
Essendo l' ADHD un disturbo, può essere diagnosticato attraverso accurate valutazioni che coinvolgono, il Bambino stesso, i Genitori ed anche gli Insegnanti. 
L’ Obiettivo del fare Diagnosi è quello, sì,  di avere una maggiore chiarezza circa il fenomeno, ma soprattutto garantire il Benessere del bambino che va messo nelle condizioni di affrontare la sua problematica (la difficoltà di autocontrollo, la scarsa inibizione, la scarsa attenzione) ed esprimere le potenzialità al meglio, partendo dalla constatazione delle capacità che vanno adattate al profilo, ma vanno anche riconosciute, valorizzate e potenziate.
Se anche voi, in qualità di Insegnanti e Genitori vi siete ritrovati in queste descrizioni, vi invito a Seguire, nei prossimi giorni,  il Post dedicato: “ADHD: COSA FARE “ 
La presa in carico dei Bambini consente loro di avere la possibilità di stare bene nel contesto in cui  sono inseriti ed acquisire le strategie necessarie a fronteggiare le difficoltà. Gli interventi sono volti allo sviluppo delle competenze neuropsicologiche, metacognitive,  legate agli apprendimenti e ai comportamenti, al fine di migliorare: l'immagine di sè, la percezione del contesto Scuola, le relazioni con gli altri, lo stile attributivo dei fallimenti e dei successi.

mercoledì 25 giugno 2014

Il mio Bambino legge male: PERCHE'?



Si chiama Dislessia Evolutiva  ed è un Disturbo specifico della Lettura. 

Rientra all’interno dei DSA ovvero i Disturbi specifici dell’Apprendimento. 
La lettura è una abilità che i bambini acquisiscono e che consente la decodifica delle parole scritte, ed è funzionale alla comprensione.
La Dislessia ostacola questa capacità di rendere automatica la corrispondenza Segno – Suono ed è caratterizzata da Deficit nella Velocità, ossia la Lettura è LENTA e STENTATA, e nella Accuratezza, ossia la Lettura contiene svariati ERRORI.
Il Bambino dislessico legge e scrive come tutti gli altri bambini, ma lo fa in modo non automatico, con un notevole dispendio ed impiego di energie e risorse attentive. Per alcuni bambini infatti, il processo di acquisizione della Lettura avviene in tempi relativamente brevi e spontaneamente, per gli altri questo invece appare lungo e difficoltoso. 
Dobbiamo precisare che la Dislessia:

  • ·         non è una malattia

  • ·         non implica deficit di Intelligenza Generale (QI nella norma e bambini Normodotati)

  • ·         non è causata da disturbi psichici e/o emotivi

  • ·         non è causata da situazioni di svantaggio socio - culturale

  • ·         non è causata da deficit di natura Neurologica e sensoriale

  • ·         non è causata da scarso impegno o dal metodo di insegnamento

  • ·         non si risolve aumentando la quantità di esercizio

·         Se non compresa, genera nel Bambino preoccupazione, frustrazione, ansia, disistima,  e reazioni comportamentali come scarso interesse, calo del rendimento scolastico, oppositività.
La dislessia è una anomalia neurobiologica congenita, ossia una particolare struttura del Sistema Nervoso centrale e dei suoi meccanismi di funzionamento che determina difficoltà nell’acquisizione di alcune abilità legate alla Lettura, è persistente nel tempo, ma consente al Bambino di ottenere adeguati risultati formativi, se viene adattato il modello di apprendimento alle sue capacità.

Per comprendere meglio quali sono le difficoltà che un Bamnino incontra, proviamo a leggere questo breve testo estratto:

quanti pi voi riexscomo a leggere bue staprevetesto:

“Tu, fnio adora, ber me, non sei ceh un razzigano ugulae a  cemintola ragaizzni. E noon ho pisongo dite. E nepupre tu hai bixogno dime. Io nonsono perte che unna vople uaugle a cetmonila vlpoi. Ma setumi appomestichi, noi arevmo bigosno  l'unno dellaltro.”


Le possibilità saranno state queste due:
1. abbiamo letto molto lentamente cercando di capire il testo;
2. abbiamo letto velocemente il brano commettendo molti errori.
In entrambi i casi lo sforzo impiegato nella lettura ha inficiato la  comprensione.
Come pensi che avresti reagito se fosse stato un testo  più lungo? E come ti sentiresti se avessi dovuto svolgere questo  esercizio davanti ad un gruppo di persone?
Questo è quello che accade ogni volta ad un Bambino con Dislessia Evolutiva, al quale viene spesso attribuito, e rimproverato, il fatto di non impegnarsi a sufficienza, di essere distratto e negligente.
Osserviamo inoltre, una differenza che vi è tra Lettori normodotati e Dislessici, in merito al numero delle Saccadi, ossia dei movimenti oculari effettuati durante la Lettura.
Osservare come il soggetto con Dislessia effettua un maggior numero di movimenti oculari, fissazioni anomale, irregolari, e lunghe.



 






È necessario porre Diagnosi nei tempi adeguati e comunque non prima del completamento del secondo anno della Scuola Primaria, per capire se si tratta di un Disturbo di Apprendimento o di un ritardo degli Appredimenti, legati ad altre cause,  al fine di evitare gli effetti dovuti ad una ritardata identificazione ed all’accumulo di lacune negli apprendimenti stessi. È possibile, inoltre, identificare alcuni “segni precoci”, che seppur non costituiscono diagnosi certa, possono contribuire ad una migliore attenzione dei processi formativi propedeutici. Posta diagnosi è opportuno predisporre il PDP e avviare gli adeguati Training di Potenziamento e/o Riabilitazione.