Il ruolo del Genitore, seppur costituisca una esperienza
meravigliosa, non è per niente facile. Se crescere un Bambino comporta le sue
difficoltà, ancor più lo è comunicare adeguatamente ed in modo appropriato. La comunicazione
verbale, il dialogo, insieme alla comunicazione non verbale, ossia quella fatta
di gesti e vicinanza, e linguaggio corporeo, rappresenta un canale di scambio
molto forte. La potenza della parola ha anche delle conferme scientifiche. A questo
proposito, ricordiamo il famoso esperimento delle due piante uguali sulle quali
si esercitava l’impatto verbale. Una pianta veniva continuamente sgridata,
l’altra al contrario – lodata con frasi positive. Nel primo caso, oltre alla
fermata della crescita, si sono verificati dei cambiamenti nel sistema del DNA,
alcuni cromosomi sono stati strappati. La seconda pianta, alla quale si
dicevano parole con una carica emotiva positiva, si sviluppava in modo più
veloce e benevole. La stessa cosa vale anche per le persone, soprattutto per i
nostri figli in crescita che sono più vulnerabili degli adulti. I bambini, sin
da piccolissimi, nutrono una fiducia incondizionata nei confronti delle figure
genitoriali, e hanno difficoltà nel credere che tali figure significative (genitori) possano
sbagliare o dire cose negative e che in fondo non pensano. È più facile che un
Bambino si auto attribuisca la ragione e le cause di un rimprovero, a volte
inadeguato, o di una osservazione, magari fatta in un momento di stress dell’Adulto,
o più semplicemente con leggerezza, e che quindi si senta, in qualche modo,
responsabile. I bambini percepiscono e comprendono le parole dei genitori alla
lettera e costruiscono la propria immagine attraverso l’esperienza di feedback
dell’altro, ancor più se questo feedback proviene dalle figure di riferimento
come Mamma e Papà. Sono frasi che volano velocemente e spesso diventano comuni
nell’uso familiare. Attraverso piccoli accorgimenti ed una maggiore
consapevolezza sarà possibile “correggere” questi aspetti e sostituire queste
frasi con altre più “costruttive”. Vediamone alcune insieme:
Tutti
i “non sei capace” - questa è forse tra le frasi a maggior rischio,
perché correla direttamente con l’Autostima. Questo non significa che tutti i
genitori che, almeno una volta, hanno utilizzato questa espressione perché magari
arrabbiati, avranno necessariamente figli con scarsa Autostima, ma di sicuro
riproporla con continuità e frequenza, rischia di generare insicurezza, scarsa
fiducia nelle proprie potenzialità, convinzione di essere incapace, inadeguato
e non all’altezza e per questo non accettato e poco amato.
Tutti i “sei cosi” seguiti da
una serie di aggettivi: sciocco, stupido, svogliato, distratto – Questo è l’errore dell”etichettamento”. Inizialmente il
Bambino costruisce l’immagine di sé attraverso “gli occhi dei genitori”. Pensa di
essere bravo, sì, perché riesce in un compito, ma anche perché, qualcuno glielo fa
notare o lo gratifica per questo (genitore, insegnante, allenatore, ecc.). I bambini
sono in continua evoluzione e noi non sappiamo come sono, ne possiamo racchiudere
ed identificare l’intero mondo interiore del Bambino attraverso una Etichetta o
un aggettivo.
“non
si piange” – Spesso, sin da Bambini ci viene insegnato che
se ci si fa male, non si deve, piangere, se si è tristi non si deve piangere,
se si ha paura non si deve piangere, etc. La parola d’ordine è: NON PIANGERE
MAI. L’espressione delle emozioni è un
evento naturale nella vita dell’Essere umano. La negata manifestazione di una EMOZIONE
(Paura, Tristezza, Gioia, Disgusto, Rabbia), farà sentire il bambino non
compreso ed inadeguato, proprio per la sua difficoltà a “trattenere” le sue
emozioni. Con ogni emozione comunichiamo al mondo, e i bambini come gli adulti,
si aspettano di essere compresi, sostenuti e non sbeffeggiati e rimproverati. Emozioni
soffocate possono portare a sviluppare reazioni psicosomatiche e/o sentimenti e
comportamenti di ribellione e introversione
“devi
capire che..” – Alzi la mano chi, almeno una
volta, non ha iniziato il suo discorso con questa espressione, magari proprio
nel bel mezzo di un capriccio del proprio Bambino, seguita da una lunga serie
di spiegazioni circa le ragioni di una determinata cosa. Cari genitori, vi
chiedo, è servito? Utilizzare questa frase, nel bel mezzo di un capriccio, è la
scelta meno strategica che possiate operare. I bambini, soprattutto se
intensamente agitati, presentano scarso livello attentivo. È meglio, in questo
caso, in un primo momento, utilizzare un
linguaggio più breve, cercare il contatto oculare e soprattutto optare per
azioni più dirette a correggere il comportamento.
“che
voto hai preso, e gli altri? Chi è il più bravo della classe” – operare
costanti confronti con gli altri rischia di far sentire inadeguato e meno
capace il Bambino. Concentriamoci sui risultati e sui successi del nostro
Bambino, imparando ad apprezzarne le Potenzialità che non sono necessariamente
collegate al raggiungimento di un Obiettivo. Il messaggio che rischia di
passare è che si venga apprezzati solo se si ottiene successo e per ciò che si
fa, piuttosto che per ciò che si è.
“se
non la smetti, mamma e papà non ti vogliono più bene, se fai così fai piangere
mamma/ papà” – Evitiamo di indurre il senso di colpa nei Bambini solo per
ottenere da loro un Comportamento desiderato, es. fare i compiti, andare a letto,
ecc.
“se
fai il bravo ti compro il giocattolo” – Vi svelo un segreto. Da Bambina
non ho mai capito cosa intendessero gli adulti per “fai il bravo”, forse significava terminare
i compiti? O andare a letto presto? O finire il pranzo? Non fare i capricci? Lavare
le mani?. Ancora oggi non mi è chiaro, e posso assicurarvi, che non lo è per
nessun Bambino. Il concetto di “ fare il bravo”
non è definito e pertanto, FACILMENTE infrangibile dai Bambini. Inoltre, spesso i Genitori racchiudono in seddetta richiesta, non solo il rispetto di una regola comportamentale, ma di una serie di regole.
“Se
non la smetti di piangere/ fare capricci ti faccio portare via” – Anche questa
espressione rischia di generare inutili ansie, sino a vere e proprie Fobie e
sintomi di ansia da separazione. Non esigiamo il rispetto delle regole attraverso
la minaccia di una separazione.
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