giovedì 13 febbraio 2014

ANSIA o TIMIDEZZA? Quando anche parlare in pubblico diventa un problema


Molte persone si definiscono Timide. La Timidezza può essere presente, in particolar modo, nella fase di vita tra l’Infanzia e l’Adolescenza, fase in cui il soggetto è preoccupato di cosa pensano gli altri e del giudizio nei suoi confronti. Evolutivamente, la Timidezza scompare con il tempo, eppure in alcuni soggetti adulti questa permane, presentandosi in situazioni sociali che generano una certa quantità di Ansia. Di fatto, a volte, dietro  manifestazioni di Timidezza, anche piuttosto marcate, si nasconde una forma particolare di Ansia, chiamata scientificamente Fobia Sociale. 
 Questo tipo di Ansia si manifesta con una intensa Paura e/o Preoccupazione per situazioni in cui, ad esempio, si debba parlare in pubblico, uscire con persone nuove o sconosciute, cambiare lavoro e o colleghi, ricevere una promozione, ed in tutte quelle circostanze in cui vi è la possibilità o il rischio di essere giudicati, osservati o al centro dell’attenzione.                          
Il timore principale è la Paura di essere valutati e giudicati negativamente e rifiutati, apparendo goffi e sciocchi, noiosi, incapaci, dicendo e o facendo qualcosa di imbarazzante, ecc.
Spesso a questo quadro possono aggiungersi episodi di Ansia acuta e Panico, molto tempo prima della situazione o evento considerato preoccupante.
Le situazioni più ricorrenti nel generare ansia sono:
  • ·         parlare in pubblico
  • ·         frequentare persone nuove o poco conosciute
  • ·         andare ad una festa
  • ·         mangiare in pubblico
  • ·         chiedere informazioni e fare Richieste
  • ·         invitare a cena colleghi e o amici
  • ·         ricevere e fare complimenti e/o osservazioni
  • ·         accettare una promozione a lavoro
  • ·         etc.
In queste, e molte altre, situazioni il soggetto si sente in preda all’ansia, le mani sudano o tremano, aumenta la frequenza cardiaca ossia il cuore batte velocemente, la salivazione diminuisce, i muscoli entrano in tensione, aumenta il ritmo respiratorio, la mente diviene più vigile, ci si sente spaventati, bloccati e si desidererebbe solo evitare il contesto.                                                                                                                          
La Fobia sociale è piuttosto diffusa nella popolazione ed interessa maggiormente le Donne, spesso più emotive e preoccupate. Non conosciamo,ad oggi, del tutto le cause eziologiche della Fobia o Ansia sociale, ma il fattore più importante sembra essere una tendenza genetica ad avere reazioni di tipo ansioso, collegate ad una maggiore reattività e sensibilità del sistema nervoso, dimostrata anche dal fatto che è più frequente tra familiari di primo grado.                
La tendenza a sviluppare questa forma di Ansia però, non è solo da attribuire all’ ereditarietà ma è, anche e soprattutto, in gran parte mediata dall’Esperienza e dall’Apprendimento, ossia dall’aver appreso ed imparato a rispondere con ansia e timore alle situazioni sociali e di vita, osservando per esempio Genitori e familiari
Proprio in virtù di questo è bene prestare attenzione nell’Educazione dei bambini, evitare  di trasmettere modelli di apprendimento di tipo ansioso che possono predisporre, “per imitazione” allo sviluppo futuro di comportamenti e pensieri di autosvalutazione, disistima e di tipo fobico.
Alla luce di ciò, è possibile asserire che di Fobia e Ansia sociale può soffrire chiunque, Adulti ed Adolescenti, e che il disagio può tradursi in un vero e proprio disturbo d’Ansia se non affrontato e se vengono messi in atto tutti quei comportamenti di Evitamento o fuga dalle situazioni. Il soggetto tende ad avere un atteggiamento negativo, pessimistico e di sfiducia. Le compromissioni sul piano personale, sociale, professionale, che questo disagio produce sono proporzionali alle limitazioni che l’individuo mette in atto nella propria vita e che lo conducono, di fatto, a privarsi  di molte occasioni di gratificazione e crescita psicologica. La Paura imprigiona il soggetto, dominando le scelte di ogni giorno, abbassando sempre più l’autostima e generando una spirale di ANSIA – PAURA, dalla quale però, con i dovuti interventi è assolutamente possibile uscire, (ri)diventando, così, protagonisti della propria vita.


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