venerdì 14 dicembre 2012

Voce del Verbo... "Maschio": tante domande dal mondo maschile

Abbiamo raccolto alcune delle domande e curiosità giunte via mail, riguardanti il mondo del Sesso e della Sessualità, sia maschile che femminile. 
Mi preme precisare che le indicazioni sono da ritenersi genericamente valide, e non prescrizioni individuali,  per le quali si rimanda ai dovuti approfondimenti da parte di uno specialista, e alle valutazioni del singolo caso.

Buona Lettura




Dalla parte di LUI



D. E' vero che la Disfunzione erettile è indice di minore virilità?
R. Assolutamente no. Questo è forse uno tra i più frequenti miti della sessualità maschile, che identifica la virilità con lo stato di turgidità (rigidità) del pene. Stereotipi, convinzioni errate e la sempre maggior diffusione di un ideale di uomo "macho", troppo spesso veicolata da media e società, ha contribuito ad alimentare il mito.
La disfunzione erettile, conosciuta anche come Impotenza, è una condizione clinica, che causa disagio e che può avere svariate cause, sia  organiche che psicologiche. 
Può interessare chiunque, anche chi non ne ha mai sofferto in precedenza e non è assolutamente indice di scarsa virilità.
In tal caso, va individuata l'eziopatogenesi del deficit, per le opportune valutazioni.

D. Quali sono le dimensioni del pene?
R. La preoccupazione per le dimensioni del proprio pene e il desiderio di   avere  un  pene  “ più’ lungo e più grosso” sono sentimenti frequenti nella    popolazione  maschile.
Questo rappresenta uno dei maggiori crucci maschili. Le dimensioni sono sempre oggetto di discussione, e soprattutto di osservazione, all'interno di contesti maschili fortemente competitivi. 
E' bene precisare che, le dimensioni del pene variano da soggetto a soggetto e risentono di differenti condizioni (temperatura, quantità di grasso corporeo, punto di osservazione, modalità di misurazione e stato di partenza della misurazione, ecc), e sono geneticamente determinate, ossia dipendono da caratteri ereditari. 
Se escludiamo condizioni cliniche specifiche,  le dimensioni standard,  se di numeri vogliamo parlare,  variano tra i 5-10 cm dell asta in flaccidità assoluta, sino arrivare a 11-16 cm in erezione. 
Questi dati sono assolutamente variabili. E' inoltre possibile che soggetti con dimensioni del pene in flaccidità, inferiori, presentino un "maggiore recupero" in erezione, rispetto ad un soggetto con dimensione di partenza, superiore. 
Le dimensioni adeguate sono quelle che consentono sempre un buon rapporto sessuale, sia dal punto di vista erotico che fecondativo, e siano percepite positivamente da entrambi i partner.

D. Come faccio a sapere se ho il pene piccolo?
R. Le dimensioni del pene come già detto, variano da soggetto a soggetto. 
Se le dimensioni sono sensibilmente inferiori alle misure standard, e non consentono la minzione, o il rapporto sessuale, causando notevole disagio, è opportuno rivolgersi ad un medico specialista.

D. Un pene grande, fa godere  di più?
R. Le dimensioni del pene, ad esclusione di condizioni medico/cliniche specifiche,  che vanno opportunamente valutate e diagnosticate, non  sono direttamente collegabili al piacere sessuale. 
Il rapporto sessuale risulta un'esperienza appagante se vi sono: coinvolgimento, reciprocità, una condizione di agio e rilassamento, desiderio, ecc.

D.Vorrei chiedere alla mia compagna il sesso anale, ma temo che possa reagire male, sarà sbagliato?
R. Nella sessualità di coppia non si è soliti parlare di "giusto o sbagliato", a patto che siano entrambi i partner a desiderarlo, nel pieno rispetto reciproco, senza forzature. 
Per quanto riguarda il sesso anale, a meno che non vi siano particolari prescrizioni individuali, non vi sono controindicazioni e può costituire una nuova modalità di sperimentare l'eros, con amore e coinvolgimento per la coppia.

D.Come faccio a capire se una donna a letto sta fingendo?
R. La percentuale reale di donne che fingono un orgasmo è statisticamente molto difficile da stabilire. Mentre,  la simulazione dell'orgasmo maschile si può mettere in scena solo acusticamente, in quanto è impossibile simulare l’eiaculazione (eccetto nei casi di "eiaculazione asciutta", presente in soggetti che assumono  farmaci psicotropi, o che  hanno subito interventi chirurgici alla prostata o danni ai nervi), l'orgasmo femminile è molto più semplice da riprodurre. Piuttosto che avventurarsi alla ricerca  deIi segnali indicatori di un orgasmo simulato, è preferibile concentrarsi sulla qualità del rapporto,  sulla stimolazione delle zone erogene, migliorando la qualità della comunicazione intima.

D. La mia più grande fantasia è di farlo in tre: è tradimento?
R. La fantasia è un ingrediente fondamentale all'interno di un rapporto appagante e appassionato. 
La fantasia sessuale maschile più frequente è quella di soddisfare più partner, contemporaneamente.
Questa fantasia cela un desiderio di affermazione e conferma della propria virilità e potere sessuale.
Non costituisce di per sè tradimento, ma è legata all'interpretazione e al significato che i partner attribuiscono, alla fantasia stessa

D. Quando raggiungo la massima eccitazione, perdo l'erezione come posso fare?
R. Le condizioni di perdita dell'erezione possono essere svariate. 
Un fattore come l'Ansia da prestazione può causare questo disagio.

D.Mia moglie aspetta un bambino e si rifiuta di avere rapporti sessuali. A me la cosa non va, faccio bene a dirglielo?
R. Salvo diverse prescrizioni mediche, e gli opportuni accorgimenti, non vi sono condizioni che vietino i rapporti sessuali in gravidanza.
La qualità di una relazione si fonda su un sincero e aperto dialogo. Parlarne può aiutare a capire e comprendere le ragioni del rifiuto, ed eventualmente, superarlo.

D. Come si può far godere al massimo una donna?
R. I punti di maggior piacere e massima ricettività, sono le zone erogene. La stimolazione di queste zone procura un'intensa sensazione di piacere.
Alcune zone erogene sono rappresentate dal collo, i seni, le natiche, ecc ma possono variare da individuo ad individuo, per intensità della ricettività e localizzazione.

D. Vorrei chiedere alla mia ragazza di avere rapporti con le mestruazioni, è giusto?
R. Anche qui, tutto è riconducile al desiderio di entrambi i partner.

D. Mi piace il sesso orale, ma la mia ragazza non vuole sentirne parlare. Come faccio a convincerla?
R. Affinché la sessualità sia un' esperienza piacevole, deve essere scevra da forzature e costrizioni. L'esperienza erotica e o d' amore deve avvenire nel pieno rispetto dell'altro. 
Parlarne servirà a capire, e magari scoprire, i rispettivi desideri.

D. Da quando la mia ragazza mi ha lasciato, non faccio che pensare a lei, tutto ruota intorno a lei. Sto male. Come posso riconquistarla?
R. La conclusione di una relazione sentimentale può essere un'esperienza dolorosa, corrispondente ad un vero e proprio lutto
Può generare sentimenti di tristezza, rabbia, delusione, sino a condizioni psicologiche come depressione, ansia, insonnia e numerosi sintomi fisici, disturbi gastrointestinali, emicrania, ecc.
Ogni storia che termina ha motivazioni a sé. Una certa quantità di dolore è necessario e serve ad elaborate il distacco, per poi ripristinare le giuste energie. 

Dr.ssa E. Carriero

mercoledì 12 dicembre 2012

La Comunicazione nella Coppia



Le ragioni per cui una coppia può attraversare un periodo di Crisi  sino ad una e vera e propria fase di chiara conflittualità,e successivamente di stallo, possono essere molteplici. 






Certo è, che se gli esseri umani sono geneticamente predisposti e favoriti all'unione, questo non significa che "la durata" della coppia sia necessariamente eterna. 
Numerosi Fattori intrinseci ed estrinseci, o spesso la combinazione dei due,  possono mettere in discussione il "patto implicito". 
Alcuni fattori estrinseci riguardano l'Interferenza dell'entourage della coppia, (ossia di figure esterne alla coppia stessa, come ad esempio familiari e famiglie di appartenenza), Eventi di vita che causano stress o cambiamenti, la presenza di un Partner "alternativo" o più semplicemente di un amante.  
Tra i fattori intrinseci invece ritroviamo, il più delle volte, una scarsa capacità di Comunicazione della coppia, se non addirittura una assenza della medesima,  una carenza di progettualità condivisa e perseguita, incompatibilità relazionale, disfunzioni sessuali, disturbi psicologici, ecc.
Nonostante ciò, attraversare un periodo di crisi può costituire per una coppia, un'occasione di crescita ed evoluzione, utile ad acquisire nuove consapevolezze e abilità relazionali, e non necessariamente un evento distruttivo.
Nella Pratica clinica osserviamo, sempre più, come molte delle difficoltà vissute dalle coppie siano riconducibili ad una cattiva e carente Comunicazione sessuale. 
Una funzionale comunicazione sessuale è fatta di Linguaggio sessuale, che è  il canale privilegiato per l'espressione dell'Intimità e dell'Amore; ma, poiché il  linguaggio è veicolante di intimità e desiderio, spesso viene intriso di paure, dubbi, timori, luoghi comuni e stereotipi, divenendo così: linguaggio proibito.
Più semplicemente, questo significa che nessuno dei partner si predispone intimamente all'altro. 
I Desideri  e le  Fantasie divengono così segreti inconfessabili, che incatenano, sempre di  più, la coppia. 
Quando la comunicazione sessuale cessa di essere spontanea, serena, perdendo di fatto la sua naturalezza, diviene improduttiva e disfunzionale. In tal senso, è necessario operare un processo di svincolamento.
Sia Donne che Uomini hanno fantasie sessuali, che però non sempre vengono condivise con il partner, per timore del giudizio, per vergogna o per credenze e convinzioni radicate.
Le fantasie sessuali maggiormente taciute riguardano le posizione erotiche dell'amore, la stimolazione sessuale, i giochi di ruolo, le pratiche erotiche.
Proviamo ad immaginare come questo possa influire sul funzionamento sessuale e sulla qualità della relazione intima. 
Casi, non molto strutturati, di Anorgasmia femminile, potrebbero essere risolti semplicemente migliorando la qualità della stimolazione, aumentando i tempi dedicati ai preliminari, esplorando attentamente il corpo della partner, ecc. 
Al contrario, alcuni casi di eiaculatio precox possono trovare giovamento da situazioni sessuali, in cui vi sia più calma e relax. 
Convinzioni, falsi miti e retaggi culturali uccidono il Linguaggio dell'amore, della Seduzione e del Piacere. 
Pensiamo, prima della rivoluzione sessuale del '68,  quante donne fossero anorgasmiche perché intente a consumare rapporti per mero dovere coniugale e/o riproduttivo, senza coinvolgimento, senza piacere.
Oggi, nonostante siamo ben lontani dall'epoca, strascichi di questi vecchi retaggi persistono nella nostra Società, e si esprimono attraverso la difficoltà di comunicazione. 
Nessuno dei partner ha il coraggio di riferire all'altro i propri desideri sessuali, nonostante si condivida la quotidianità, i problemi, l'affettività, perché quella che si è instaurata, è in realtà una Falsa Intimità  

Molte donne sono ancora imprigionare in concetti di Doverizzazione "devo accontentarlo, non me la sento di dirgli no, in fondo non mi fa mancare niente", "come posso dirgli che non provo niente se mi accarezza in quel modo", e Giudizio "non ho il coraggio di chiedergli come stimolarmi, chissà cosa penserà di me"
Dall'altra parte, anche gli uomini continuano ad alimentare i medesimi stereotipi "un uomo deve per forza avere un rapporto sessuale" "non posso chiedere a mia moglie il sesso orale", ecc.
E' necessario liberare la sessualità dai tabù e da ogni pregiudizio di ordine morale e religioso, per permettere alla coppia di riappropriarsi di una vera intimità.
E' un perfetto gioco di incastri, in cui a perdere la partita, è sempre e solo la Coppia...



sabato 13 ottobre 2012

UOMINI E SESSUALITA': LE DIMENSIONI CONTANO DAVVERO?




Ben ritrovati, Cari Lettori del Blog. 

Nella nuova stagione dedicheremo una sezione speciale alla Sessualità al fine di fornire risposte chiare a tutte le vostre curiosità e domande.
Uno dei maggiori crucci della popolazione maschile riguarda il dubbio circa le Dimensioni del proprio organo genitale, ossia il Pene.
I momenti di maggiore imbarazzo sono quelli che implicano il confronto con i "concorrenti": ed ecco che gli spogliatoi e la doccia possono trasformarsi in vere e proprie occasioni di "controllo e verifica". 
Almeno una volta nella vita, ogni uomo si è domandato se le dimensioni del proprio pene fossero nella norma e se questo fattore potesse influire sulla capacità di dare piacere alla partner. 


Ancora, molti uomini credono che un pene GRANDE possa soddisfare maggiormente una donna anzi che quest' ultima lo preferisca, di gran lunga. Molti uomini rivelano che preferirebbero ricevere complimenti circa "la prestanza" del proprio organo sessuale piuttosto che sulla bellezza e il fisico in generale. 
Pubblicità e media contribuiscono ad alimentare ulteriormente l'idea, nell'immaginario comune, di corpi possenti, prestazioni incessanti, performance cinematografiche, amplessi multi orgasmici, ahimè molto lontani, spesso, dalla realtà. 
Tutto ruota intorno al concetto di "grande e possente" come sinonimo di Piacere.
Ed ecco il via alla verifica. 
Armati di strumenti di misura e tabelle si procede al calcolo delle dimensioni del proprio organo, al fine di ottenere conferme rassicuranti. 

"sarà normale?" "avrò un pene troppo piccolo o troppo grande?" "alle donne piace più un pene grande?" "forse il suo ex era più dotato?"  "ma perché quello dei porno divi è così grande" ...

Questi sono solo alcuni dei dubbi ricorrenti che spesso non essendo sottoposti agli specialisti, per timore o vergogna, rischiano di generare inutili insicurezze e preoccupazioni.

Molti di voi, irriducibili, esigeranno malgrado tutto dei numeri; eccoli: la lunghezza media di un pene a riposo è di 8,50 cm circa, mentre la lunghezza in erezione è di 12 -13 cm circa. Questi numeri possono ovviamente variare da soggetto a soggetto.
Va ricordato, però, che  stabilire con precisione le dimensioni del pene non è una operazione semplice in quanto,  alcune condizioni, variabili, possono far apparire il proprio pene più piccolo rispetto alla realtà. Queste condizioni sono la presenza eccessiva di grasso corporeo e condizioni di obesità o sovrappeso, la presenza eccessiva di peluria, la posizione di osservazione, situazioni di forte tensione, temperatura, ecc.
IL MITO DA SFATARE è che solo un pene grande possa dare maggiore piacere ad una partner.
FALSO! 
Questa falsa credenza è quella che più è radicata nell'universo maschile.
Prima di pensare a soluzioni estreme, e a volte azzardate, anche di natura chirurgica, che andrebbero riservate unicamente a oggettive condizioni patologiche, è necessario sapere che, nel rapporto con l'altro e nella strada che conduce e media il piacere, giocano un ruolo fondamentale fattori psicologici ed emotivi, che esulano dalle Dimensioni quali, sintonia, desiderio, capacità di dedicarsi reciprocamente all'altro, scoprire ed esplorare i punti di maggiore sensibilità, le cosiddette zone erogene
I centimetri non incidono sul Coito e sul Piacere, in quanto la vagina, che a sua volta misura, in profondità circa 5- 7 cm, è un organo dotato di pareti flessibili in grado di adattarsi ad ogni tipo di dimensione del pene. 
Contrariamente a quanto si pensi, non è la profondità della penetrazione ad assicurare il piacere, ma la giusta stimolazione dei punti di massima ricettività, ricchi di terminazioni nervose, presenti sia nella zona più esterna della vagina che sostanzialmente nel clitoride. 
E' anche vero che alcune posizioni sessuali durante il coito possono facilitare o massimizzare l'efficacia della penetrazione. 
A fare di un uomo un Amante Perfetto è la capacita di Coinvolgere e Coinvolgersi con il  partner e l'attenzione riposta alle reciproche sensazioni. 
La seppur semplicistica affermazione "non conta la dimensione ma la qualità dell'utilizzo" possiamo asserire, mostra un suo sostanziale fondo di verità...




sabato 28 luglio 2012

DR. JEKYLL E MR HYDE: IL FENOMENO DELLA COMUNICAZIONE PERSUASIVA

Cari Lettori del Blog, come promesso, torniamo ad occuparci di Comunicazione persuasiva, non senza un pizzico di fresca ironia. 
Ci siamo lasciati con un dubbio, ossia quanto la Comunicazione Persuasiva, e quindi efficace, non fosse poi che il lato benevolo della Manipolazione, una sorta di Dottor Jekyll e  Mr. Hyde della Comunicazione.
Di comunicazione persuasiva ne fa un ampio uso la Politica, la Pubblicità ed il Marketing, ecc. 
Tutto, o quasi, in nome del consumo. Ma comunicare, o meglio comunicare bene ed efficacemente, non è roba da poco: è una vera e propria Arte. 
Perché un messaggio sia percepito, è necessario che il cervello del destinatario sia "disponibile": il nucleo centrale è renderlo predisposto a questa ricezione. 
Il Marketing, ad esempio, sta esplorando "nuovi territori", al fine di individuare Tecniche di persuasione sempre più efficaci, per capire quali e come funzionino, i canali preferenziali di elaborazione dell'informazione. 
Ed eccoli così, armati e pronti a rilevare i neuromarkers, con metodologie di Brain imaging, nelle aree Ipotalamiche attivate, la tipologia di neurotrasmettitori secreti, e le possibili emozioni prodotte dinanzi ad una Immagine pubblicitaria. 
Ma, lontani da cotanta Scienza, vi è un modo molto più easy di tracciare un profilo utente che permetta di far capire al nostro comunicatore, come può efficacemente convincerci: ed è ancora una volta il consumo a darci il suggerimento, ossia tessere fedeltà, bancomat, raccolta punti, le quali, consentono di elaborare un profilo di comportamento d'acquisto.
In tutto ciò, è chiaro che vi sono  i cosiddetti "cervelli predisposti" più elegantemente definiti, Bersagli sensibili.
Un comunicatore efficace, "esamina" i propri bersagli nell'intento di  ottenerne innanzitutto la fiducia, attraverso  una prima fase di ascolto, poi di  valutazione (titubanza), infine di decisione. 
Ed eccovi dinanzi all'ennesima puntata di un talk show politico ("ma non avevate detto che non ne potevate più di questi politici?"ndr), o  nelle piazze durante le campagne elettorali, o magari a guardare incuriositi un nuovo prodotto in TV ("... magari, con soli 3 minuti al giorno, potreste ottenere davvero addominali scolpiti!" ndr).
Ecco insinuarsi il Dubbio! 
La Politica estasiata da questo corteggiamento, ne è rimasta incantata. Ma qui il Prodotto non si tocca, non si vede, non si sente (rare volte..), non dà addominali scolpiti, ne lo puoi indossare. Bell'affare!!!
Ecco che la "programmazione del linguaggio" poteva essere l'unica via d'uscita.
Sì perché, nella Comunicazione strategica, di tipo politico, si parla o per "Luoghi comuni o per Luoghi OSCURI". Un tempo (oggi resta ben poco, ndr), il Politichese, ossia non riuscire a spiegarsi, era considerata una Strategia della Comunicazione politica, soprattutto se si cercava di guadagnare voti da un elettorato rurale, dove era applicata  l'equazione "minore chiarezza = maggiore cultura".  
Una volta svelato l'arcano e aperto il Vaso di Pandora, tutti i mali del Mondo sono venuti fuori. 
L'elettorato, sempre più confuso, ha iniziato a chiedersi se trattavasi, in realtà, di Malviventi o di Poeti.., ed allora si è passati ai "Luoghi comuni".
I Luoghi comuni erano più rassicuranti, per quanto ridicoli. 
La comunicazione dei luoghi comuni ha contaminato tutto il Linguaggio parlato, è entrato nelle case degli italiani, ha creato le differenze, è stato catalizzato dai Mass media. 
Ed ecco,  che i lavoratori vanno  a lavoro, i Ministri vi si recano, la gente fa un mestiere, i politici si occupano di faccende, noi usciamo, loro incontrano gente..
Fallito anche questo tentativo, è stata la volta delle Parole Vaselina, forse meno dolorose, di cui Pubblicità, Marketing, Politica e anche Burocrazia si sono dotate. Hanno iniziato così a definire cose e persone "non per cosa fossero, ma per cosa non fossero" ed a parafrasare i sostantivi: es. sciopero del personale Non docente (un tempo, i Bidelli), Esproprio proletario (un tempo rapina, furto,) ecc.
Ai giorni nostri, nella  culla della Società post moderna, la Comunicazione è stata anche, Imperativa ("Vota Sì, Differenziati, Unisciti",) Comica, "Impressionista", Demagogica, High tech, ecc, evolvendosi sempre di più e diventando sempre più seduttiva, implicita, tecnologica, sofisticata.. Persuasiva! 
Capace di cogliere l'Attenzione, rubare il Tempo ad ognuno di voi ed "iniettare il messaggio", che successivamente avrà modo di agire.. 
Ne siete Convinti ... ???

Avete Domande, Curiosità, o semplicemente vorreste saperne di più su,
Sessualità, Disfunzioni legate all'Erezione, Vaginismo e dolore durante i rapporti sessuali, Eiaculazione precoce, Anorgasmia, ma anche su Contraccezione, Amore, Desiderio, ecc. 
Scrivetelo nella Sez. Commenti, e risponderò alle Vostre domande in un apposito Post

Dott.ssa Carriero - Psicologo clinico - Sessuologo

giovedì 26 luglio 2012

Post in pillole: Anoressia Nervosa 5 DOMANDE

Come faccio a capire se mia figlia ha l'Anoressia nervosa?
L'Anoressia Nervosa (AN) fa parte dei cosiddetti Disturbi del Comportamento alimentare o Disturbi alimentari psicogeni. 
Se avete notato un cambiamento nelle abitudini alimentari di vostro figlio, una restrizione alimentare, una riduzione calorica, vi è la paura di ingrassare, una sempre crescente preoccupazione per l'aspetto fisico, il cibo, le forme, il peso corporeo, se avete notato un calo di quest'ultimo, l'aumento di attività fisica, uso di diuretici, lassativi, vomito, ed ogni occasione è buona per saltare il pasto, è possibile che vi  troviate dinanzi ad un Disturbo alimentare, ed è necessario approfondire.

Quali sono le conseguenze?
L'Anoressia nervosa è una Malattia insidiosa ma dalla quale si può guarire. Le conseguenze possono essere sia di natura fisica che psichica, dalla Amenorrea, alla perdita della fertilità, a gravi squilibri elettrolitici, a scompensi cardiaci, a sintomatologia psichiatrica, ecc, sino, nei casi più gravi, alla morte

Cosa posso fare?
Se avete notato alcuni dei comportamenti di cui sopra, è il caso di parlarne con vostro figlio e successivamente con uno Specialista. 
Molto spesso i soggetti con Disturbo alimentare  minimizzano o tendono a reagire male alla possibilità di consultare uno Specialista. Il problema viene negato e non riconosciuto.

Si può guarire?
L'Anoressia nervosa si può curare. La guarigione è un percorso arduo e lungo, questo dipende anche dalla cronicità e dalla gravità del disturbo. Richiede forza e motivazione da parte del soggetto e la consapevolezza di soffrire di una Malattia, che nel lungo tempo, può diventare invalidante. Anche la famiglia ha un ruolo fondamentale nel percorso terapeutico.

A chi posso rivolgermi
Fare presente al medico curante della situazione per gli eventuali approfondimenti medici (esami ematochimici, ecc), e dopo rivolgersi ad uno Specialista Esperto nel Trattamento dei disturbi Alimentari. 
Uno Psicoterapeuta Cognitivo Comportamentale che abbia esperienza nel Trattamento di DCA o uno Psichiatra Psicoterapeuta con questa Specializzazione, possono aiutare ad affrontare il problema.
Il Trattamento dei DCA è la Psicoterapia.
A mio avviso, le terapie Cognitivo comportamentali, sono quelle che meglio si prestano ad affrontare il problema, sia sulle variabili Cognitive distorte, che sui Comportamenti, tra cui proprio quello alimentare, soprattutto se si avvalgono di un lavoro di Equipe (Medico/Nutrizionista).

Altre domande? Scrivete e Pubblicheremo un Post con tutte le  risposte

mercoledì 25 luglio 2012

"QUESTO AMORE è UNA CAMERA A GAS". STORIE DI ORDINARIA DIPENDENZA


Cari Lettori e Lettrici del Blog, oggi parleremo di 


Dipendenza Affettiva o Love addiction

Perché, a volte, è quasi impossibile "slegarsi" da un legame affettivo? 
Perché ci si "vota" totalmente ed incondizionatamente all'altro, al punto tale, da Perdere di vista se stessi?

La pretesa non è esaurire una così articolata Tematica, in un solo Post, bensì illustrarvi con semplicità, ma anche con Rigore clinico, 

le Dinamiche psichiche coinvolte nella Dipendenza affettiva e come esse agiscano.

A volte Amare diviene Amare troppo e questo accade quando, pur non sussistendo le condizioni per una Relazione appagante, fondata sul rispetto, la reciprocità, la gioia condivisa, si continua a portare avanti una relazione, che non soddisfa questi criteri. 
Eppure per il Dipendente affettivo, tutto questo è Amore. 

Sono "Amore":




i Tradimenti continui, le Umiliazioni





  i Maltrattamenti.





         le Percosse







Quando Amare significa Soffrire (nelle dipendenze affettive, questa è una costante), forse si sta "amando troppo.".
La Dipendenza affettiva vede protagoniste soprattutto soggetti del sesso femminile, Donne, pronte a giustificare e comprendere, ogni atteggiamento del partner, nell'aspettativa che "lui cambi".
Queste donne sono "realmente votate" al martirio e destinate, il più delle volte, alla delusione.
Le "Amore dipendenti" infatti, presentano clinicamente le stesse caratteristiche delle altre forme di Dipendenza, ma la loro dipendenza non è una sostanza o un comportamento, bensì una persona. 
Le Amore dipendenti infatti,  si identificano totalmente con il proprio Oggetto d'amore  e credono che, amando e "fondendosi con esso", il proprio desiderio e bisogno di una relazione duratura e stabile, si realizzi. Il più delle volte questi desideri sono irrealizzabili e le aspettative irrealistiche, anzi assumono i connotati di vere ossessioni. 
La persona con Dipendenza affettiva ha, per questo, un forte timore del cambiamento, e dedicando tutta se stessa all'altro, spera di riuscire nell'intento. L'amore diviene un modo per colmare dei vuoti affettivi che affondano le radici nei rapporti d'infanzia (es.una figura di attaccamento affettivamente non disponibile), cercando così di risanare una ferita, antica. 
Alcune Ricerche hanno riportato che, nelle donne che hanno sperimentato, durante l'infanzia, relazioni problematiche con la figura paterna, e si siano confrontate con  modelli relazionali genitoriali uomo - donna problematici, le scelte relazionali future, ne fossero influenzate.
Tutto ruota intorno al partner "salvatore che ripagherà di ogni male", fornendo di fatto così, la dignità di "esistere". Sì, perché le dipendenti affettive non esistono da sole, in loro regna una costante Paura dell'Abbandono, della Solitudine, della Separazione"Senza l'altro non sono niente"
La Dipendenza ha la caratteristica di fondarsi paradossalmente sul Rifiuto, senza del quale, la dinamica non si innesca.
Per questo, la persona dipendente si orienterà verso partner problematici e/o irraggiungibili. 
La Dipendenza è alimentata dal rifiuto, dalla negazione di sé, dal dolore, che, proporzionalmente, aumentano la presunzione del soggetto di "riuscire nella titanica impresa di cambiare il partner e magari salvarlo dai propri problemi". Pertanto, più il partner non elargisce amore più ci si "ostina" di farsi amare come si desidera, elemosinando attenzioni, richiedendo conferme, votandosi completamente all'altro.
Le Dinamiche amorose e intime degli Amore dipendenti non sono Sane e Funzionali, ma si fondano sulla negazione del sè. 
E' un perfetto "perverso" gioco a due, in cui il partner dipendente con uno scarso concetto di sè e una scarsa autostima si "incastra", (scegliendola) con una Personalità, altrettanto, disturbata (Anaffettiva, Sadica, Narcisista, con dipendenze da alcool, droghe, gioco d'azzardo, ecc.),per dare vita ad una Co-Dipendenza.
Sono tutte quelle Storie, con il classico copione, in cui il partner dipendente "subisce", ogni maltrattamento fisico e psicologico, dalle aggressioni sino all'abuso, per poi "ridimensionare" sempre l'accaduto, pur di non mettere a repentaglio la relazione o il matrimonio. Ci sono poi situazioni meno eclatanti ma altrettanto problematiche, in cui il Dipendente, accetta di subire ogni tipo di umiliazione psicologica da parte del Partner, come insulti, tradimenti continui e ripetuti, relazioni parallele, ecc.
In alcuni momenti, l'amore dipendente può prendere consapevolezza della propria problematica, ma è la stessa consapevolezza di non essere capace "di un amore e di un amare diverso", unito al senso di vuoto esistenziale, a rigettarlo nella spirale perversa.
In queste relazioni è possibile rintracciare inoltre, una sorta di ambivalenza affettiva "né con te, né senza di te"; di fatto, le alternative non sono mai possibili, sino, nei casi estremi, a veri e propri atti tragici. 
La Paura e l'Angoscia di perdere l'Oggetto amato, dominano nella vita e nella mente del dipendente affettivo.
Attualmente il DSM IV, non contempla, la Dipendenza affettiva tra i Disordini clinici riportati, ma ne accomuna la manifestazione "fenomenologica", alle altre forme di dipendenza (eccitazione, dose, ecc)
Clinicamente, possiamo affermare che, i Modelli di Attaccamento con le nostre relazioni originarie, ossia quelle familiari, determinino prepotentemente la natura delle relazioni affettive adulte (scelta del partner, innamoramento, dinamiche affettive,  intime e sessuali).
Se sin da bambini non ci si è mai sentiti degni di amore, desiderabili o desiderati, se non si sono sviluppate la capacità di uno scambio affettivo reciproco e adeguato, se si sono avute figure genitoriali poco presenti, anaffettive, se ci si è sempre sentiti responsabili, se ci si è "adultizzati precocemente", se si sono subite violenze sia fisiche che psicologiche, maltrattamenti, abusi, ecc, si è predisposti a  sviluppare una modalità affettiva e comportamentale, di tipo dipendente.
Se ci si rende conto di vivere oramai come "schiavi d'amore", se questa condizione genera un profondo stato di sofferenza, di frustrazione, di vergogna, di rabbia, di paura, sensazione di inferiorità e di profonda gelosia, se il timore dell'abbandono, della separazione, della solitudine (la fine di una relazione, per quanto dolorosa, è un lutto che può essere elaborato e superato) costituiscono una ossessione ed una angoscia, e non riuscite ad uscirne, è possibile che vi troviate in una condizione di Dipendenza Affettiva. 
E' necessario per uscirne, spezzare la catena che vi lega ad un rapporto dipendente.
Questo processo, faticoso e doloroso, è l'unico modo per aprire un varco che vi consenta di riappropriarvi della vostra vita. E' un modo per imparare ad avere una propria autonomia, per recuperare l'autostima e iniziare a prendervi cura di voi stessi.
Questo può essere fatto attraverso l'aiuto di un Esperto, ma è necessario, per diventare consapevoli, dapprima, smettere di giustificare e accettare che non si tratta di  Amore, ma di Dipendenza, e trovare il coraggio di parlarne con qualcuno.

L'Amore non è Sofferenza,

se Sofferenza è, 
allora...

NON è AMORE















... Buon Ascolto...

venerdì 20 luglio 2012

LA DEPRESSIONE: CONOSCIAMO MEGLIO IL "MALE OSCURO"


"MalinconiaMale oscuro..."
questi e molti altri, i modi, per definire la 
DEPRESSIONE.


Disturbo dell'umore caratterizzato da Sintomi cognitivi, somatici, comportamentali e affettivi, la Depressione, NON è un semplice abbassamento del tono dell'umore, ma l'insieme di più sintomi, tra cui:

• Facile irritabilità (nervi a fior di pelle)
Disturbi del sonno (difficoltà ad addormentarsi, risvegli  frequenti)
• Ansia
Pianto facile
• Disturbi dell’appetito preval. Di tipo anoressico
Visione pessimistica
Scarsa autostima
• Senso di colpa, vergogna, inadeguatezza
• Sensazione schiacciante di infelicità, tristezza, inutilità, di fallimento, perdita di  speranza, ecc
• Perdita di interesse per tutte le attività che prima elicitavano piacere
• Difficoltà a concentrarsi e Rallentamento ideomotorio
• Perdita di interesse delle relazioni, calo della libido
• Ideazione suicidaria e pensieri di morte

Se 5, o più ,di questi sintomi sono presenti da un periodo di più di due settimane e non dipendono da condizioni mediche generali o uso di sostanze, e compromettono la qualità della vita professionale e affettiva, comportando così, un cambiamento del livello di funzionamento globale rispetto al periodo precedente (Criteri DSM IV), è possibile che siamo di fronte ad un Quadro Depressivo. 
La Depressione può manifestarsi in diverse forme: se si tratta di un Episodio transitorio, parleremo di Episodio Depressivo, se di un vero e proprio disturbo, di Disturbo Depressivo.
La Depressione, può raggiungere differenti Livelli di Gravità e includere la Mania e il Disturbo bipolare, ai quali dedicheremo un successivo Post.
Nella maggior parte dei casi però, la Depressione si configura come Disturbo Depressivo maggiore, cioè un decorso clinico caratterizzato da più episodi depressivi maggiori.
Ma la Depressione non è solo questo, è anche: 
§  Distimia (o disturbo distimico): presenza di umore cronicamente depresso, per un periodo di almeno due anni. In questo caso i sintomi depressivi, nonostante la loro cronicità, sono meno gravi e non si perviene mai a un episodio depressivo maggiore
§  Disturbo dell'adattamento con umore depresso e Depressione reattiva: è conseguenza di uno o più fattori stressanti e si manifesta in genere entro tre mesi dall'inizio dell'evento con grave disagio psicologico e compromissione sociale. Solitamente eliminato il fattore di stress, tale depressione scompare entro 6 mesi; la seconda invece, dovuta ad un evento scatenante come un lutto, una separazione, un fallimento, i cui sintomi però si dimostrano eccessivamente intensi e prolungati rispetto alla causa scatenante
§  Depressione secondaria: dovuta a malattie psichiatriche e non o a farmaci. Spesso infatti alcune malattie mostrano come primi sintomi variazioni del tono dell'umore, 
§ Depressione mascheratache si manifesta principalmente con sintomi cognitivi, somatici o comportamentali, a dispetto di quelli affettivi.
 §  Depressione post partum.









QUALCHE DATO EPIDEMIOLOGICO
(Norman Sartorius, 2000)


Si stima che la Depressione interessi :

il 3-4% della popolazione generale
il 10% di tutte le richieste rivolte ai servizi di medicina generale
il 25% dei pazienti ricoverati per patologie croniche
il 25% degli ospiti delle Case di Riposo, Reparti geriatrici,ecc
il 5-9% di point prevelence per le donne, e  2-3% per gli uomini (l’attuale DSM IV non tiene conto delle cosiddette  Depressioni “sotto soglia” frequenti, ma spesso sottovalutare)
il 12% donne, 8% uomini nella popolazione anziana (Studi europei multicentrici)

Uno studio condotto dalla WHO in 11Paesi (Belgio, Colombia, Cina, Francia,Germania,Giappone,Italia,Libano,Messico,Nigeria,Olanda,Spagna,Ucraina,StatiUniti) ha documentato che, per i disturbi dell’umore, i tassi prevalenza variano tra l’ 0,8 della Nigeria al 9,6% degli Stati uniti. 
Le differenze possono essere interpretate sulla base di una diversa attenzione per i disturbi mentali, legata a condizioni sociali, culturali (etnopsichiatria), economiche. Le Culture Orientali invece sembrano avere tassi di depressione  inferiori, con prevalenza in campioni “urbani” vs “rurali.
Come avrete avuto modo di osservare dunque, la Depressione è un disturbo davvero molto articolato e interessa l'intera Popolazione mondiale.


QUALI CAUSE?


Dopo i dati e le definizioni di base, necessarie per conoscerne l'articolazione, cerchiamo di capire più semplicemente, Chi è la persona depressa, Cosa può causare la Depressione, se ci sono soggetti più a rischio e quali caratteristiche hanno, e quali sono, oggi, le Terapie utilizzate.
Le Teorie che hanno cercato di fornire spiegazioni circa la genesi di questo disturbo, sono svariate e si rifanno ai diversi Modelli di riferimento, ai quali si rimanda, per approfondimenti specifici (Modello freudiano, Modello junghiano, Modello esistenzialista, Modello cognitivista, ecc.).
Ma, al di là di postulati teorici e modelli, tuttora non ci sono dati circa una causa specifica della Depressione. 
Le Ricerche e gli Studi condotti, basati sull'evidenza scientifica, hanno riportato che la Depressione sia il risultato dell'interazione di fattori, biologici, genetici e psicologici 
Le influenze genetiche sono responsabili di una Vulnerabilità biologica maggiore, soprattutto tra parenti di primo grado, costituendo perciò un fattore di rischio. 
Non sono un caso, le Famiglie in cui il disturbo sembra "trasmettersi" di generazione in generazione. 
Va ricordato, inoltre, che in questi casi concorrono, oltre che a fattori genetici, Fattori di Apprendimento dei modelli cognitivi e comportamentali, di  tipo depressivo.
La persona che soffre di Depressione presenta un Funzionamento (cognitivo, comportamentale, emotivo) globale, deficitario.
La visione pessimistica predomina in tutte, o quasi, le Aree di vita della persona: professionale, relazionale, intima, sociale. 
Soggetti che, durante il corso della vita, non hanno costruito una buona Autostima, presentano probabilità maggiori di sviluppare un Disturbo depressivo.
Anche esperienze traumatiche o di abbandono e perdita di figure significative, durante l'infanzia, possono costituire, fattori di rischio.
Ereditario o Appreso, il Disturbo depressivo presenta anche cause di natura organica,    che comportano modificazioni a livello biochimico, in particolar modo del neurotrasmettitore Serotonina, e sulle quali bisogna intervenire.


Cari lettori, come si può evincere, stiamo parlando di un disturbo davvero molto articolato e fatto di molte sfaccettature pertanto, una accurata Anamnesi e una precisa Diagnosi, consentono di improntare un più efficace Trattamento


RICORDATE:

la Depressione non è una semplice sensazione di tristezza,


non basta "SFORZARSI" per uscirne,


richiede l'intervento di figure specializzate per la Psicoterapia e per la Farmacoterapia,


è una malattia e come tale va trattata


Guarire si può.


L'esordio, che di solito segue un evento stressante, è legato a molti fattori, anche ambientali. 
Non sono rari i casi in cui, il soggetto entri in una fase di Depressione in seguito a malattia fisica: cancro, ischemie cerebrali, infarto, ecc.
Le Donne fanno esperienza di depressione con ua frequenza maggiore rispetto agli Uomini: molti fattori come mestruazioni, gravidanze (si rimanda al Post Mai da sole. Conoscere la Depressione Post Partum. ), menopausa, aborti, possono contribuire a ciò.
La Depressione negli uomini è meno riconosciuta, probabilmente anche a causa di stereotipi culturali, legati al sesso maschile; frequenti, in questi ultimi, sono i comportamenti  per farvi fronte, come uso di alcol, droghe, ecc.



DEPRESSIONE ED ANZIANI

Anche negli Anziani, la Depressione è spesso misconosciuta e considerata, il più delle volte, una caratteristica legata, al naturale processo di Invecchiamento. 
Se non diagnosticata e trattata, è spesso motivo di una inutile sofferenza. 
I sintomi sono spesso difficili da diagnosticare, sia perché l'anziano tende a riportare una sintomatologia più fisica che emotiva, sia perché l'uso concomitante di farmaci, con effetti collaterali simili, può depistare la diagnosi. 


LE TERAPIE
Guarire dalla Depressione è possibile.
I Trattamenti prevedono la Psicoterapia, la Farmacoterapia o la combinazione di entrambi. 

La PSICOTERAPIA COGNITIVO COMPORTAMENTALE consente di ottenere ottimi risultati e si basa sulla modificazione degli stili di pensiero e dei comportamenti tipici dell'organizzazione cognitiva di tipo depressivo. La modificazione di questi Schemi, consente di far fronte a quelle che sono le Modalità disfunzionali, in grado di causarla, mantenerla e cronicizzarla.







La FARMACOTERAPIA, spesso necessaria, prevede la somministrazione di farmaci antidepressivi (SSRI, IMAO, TRICICLICI, SNRI, RIMA, ecc), per un periodo minimo di 6 mesi. E' possibile che si debbano fare alcuni tentativi prima di trovare il farmaco o la combinazione di farmaci, adatta al soggetto. Come tutti i farmaci, anche gli antidepressivi possono presentare alcuni effetti collaterali. Questi farmaci richiedono un pò di tempo prima di dare effetto e vanno somministrati sotto stretto controllo medico, sia in fase di assunzione che di sospensione.


La combinazione di entrambi i protocolli è sicuramente una ottima strategia terapeutica, in quanto consente di ripristinare una funzionalità organica e biochimica, e una funzionalità psicologica..
Oggigiorno tuttavia, vi è un eccessivo ricorso agli Psicofarmaci, a tal punto che, l'OMS ha lanciato l'allarme. Sempre più, oramai, si cerca di delegare ai farmaci la responsabilità del proprio Benessere senza di fatto intervenire sugli stili di vita e di pensiero che causano il Disturbo. 
La Depressione attraverso i sintomi, ci comunica che si stanno perpetrando Schemi esistenziali oramai obsoleti per la persona. Attraverso la Crisi depressiva, si cerca di "reagire" a schemi mentali, manie, pensieri fissi, che cristallizzano la nostra mente e le nostre Risorse. Se compresa e trattata nel giusto modo, è possibile guarire e  ritrovare la strada per l'equilibrio ed un maggior Benessere.

Torneremo nei prossimi Post a parlare di DEPRESSIONE, Come curarla, Quali consigli per affrontarla, e Prevenirla.


A cura di Dott,ssa Carriero