venerdì 21 marzo 2014

BULIMIA. ASPETTI PSICOLOGICI E COMPROMISSIONI MEDICO - ODONTOIATRICHE


Cari Lettori, oggi parleremo di Disturbi del Comportamento Alimentare, nello specifico della Bulimia e lo faremo sia sul piano Psicologico, nella prima parte, sia sul piano Odontoiatrico, nella seconda.

Lo scopo di questo Articolo è promuovere una migliore conoscenza degli indicatori e dei segnali tipici della Bulimia e la divulgazione delle caratteristiche del Disturbo, del quale si parla spesso ma del quale si sa poco. 
L’Articolo vuole essere una breve Guida per Genitori, Famiglie, persone affette dal Disturbo e per tutti coloro che vogliono approfondire qualcosa in più sui Disturbi del Comportamento alimentare.

Ringrazio per il Contributo professionale il Dr. Giuseppe Piccoli, Odontoiatra, che ha curato, con chiarezza e professionalità, gli aspetti legati alle compromissioni Odontostomatologiche delle condotte di eliminazione.

Prima di addentrarci nei contributi, in qualità di Professionisti, ci preme una doverosa premessa:
curare ed affrontare i DISTURBI ALIMENTARI è POSSIBILE. La Terapia, alla quale dedicheremo un prossimo articolo, necessita di Figure specializzate nel campo dei Disturbi alimentari  e di esperienza clinica nel settore. I DCA vanno affrontati sul piano Psicologico, medico, alimentare e NON SU UN SOLO LIVELLO, pena il successo terapeutico.
È necessaria una accurata Anamnesi e Diagnosi e l’elaborazione condivisa di un Progetto terapeutico che prevede obiettivi graduali ma soprattutto la Compliance del Paziente, laddove non coesistano condizioni cliniche che mettono in rischio la vita stessa del pazienze e che ne richiedano l'ospedalizzazione.

Tra i Disturbi del Comportamento alimentare identificati dal DSM IV, la Bulimia rappresenta una Patologia ad alta frequenza. La Bulimia è caratterizzata da abbuffate ossia dall’ingerimento di grandi quantità di cibo in poco tempo. L’abbuffata è seguita da un tentativo di liberarsi dal cibo e dalle conseguenti calorie. Per meglio rappresentare quella che può essere l’esperienza ed il vissuto di un soggetto affetto da Bulimia, riporto uno stralcio tipico  di un paziente:


“se mangiavo un pezzo di pane, solo uno, mi sentivo come se stessi scoppiando! Smettevo di ascoltare chiunque a tavola mi stesse parlando. Cominciavo a pensare: come posso liberarmi di tutto questo? Mi preoccupavo di come sembravo grassa e come mi stavano male i vestiti addosso. La mia testa era assalita da pensieri su come mi sarei comportata. Mi abbuffo tanto oramai ho rovinato tutto? La notte era rovinata ed io ero in uno stato confusionale..” Pz. anonimo


I soggetti bulimici non necessariamente presentano un indice di massa corporea che li colloca nel range del sottopeso, anzi il più delle volte è possibile trovare rilevazioni di normopeso o addirittura sovrappeso.

Ma quali sono le caratteristiche della Bulimia?

La Bulimia comporta la presenza di Abbuffate ossia dal comportamento di mangiare in un definito periodo di tempo una quantità di cibo significativamente maggiore di quello che la maggior parte delle persone mangerebbe nello stesso tempo e dalla  sensazione di perdere il controllo durante l’episodio. Alle abbuffate sono seguite  inappropriate e compensatorie condotte di controllo del peso (eccessiva attività fisica, vomito autoindotto, abuso di lassativi e diuretici, digiuno successivo). Altra caratteristica, è la relativa frequenza delle abbuffate, da 2 o più volte a settimana e per un periodo di almeno 3 mesi. L’autostima, ossia la percezione del proprio valore personale è influenzata dall’oscillazione del peso e della forma fisica.

Durante una abbuffata l’introito calorico può variare tra le 1000 e le 60.000 calorie, introdotte rapidamente, e da cibo anche di scarsa qualità o non del tutto in condizioni di commestibilità es. cibo surgelato, avanzi e scarti, ecc.

Questi comportamenti sono per lo più tenuti segreti e possono essere sia programmati che non. 
Subito dopo l’abbuffata, il soggetto è esausto, il cibo, che in un primo momento aveva assolto da ANESTETICO, lascia il posto al senso di vergogna, al panico, al senso di colpa ed alla preoccupazione di ingrassare. Il soggetto ha difficoltà a riconoscere la persona che era diventata durante l’abbuffata, si disprezza e si odia, ma soprattutto  percepisce  la sua incapacità a controllarsi.

Le condotte di eliminazione rappresentano per il soggetto bulimico l’unico rimedio e la più rapida soluzione all’abbuffata.
Le modalità messe in atto sono innumerevoli ed alcune anche piuttosto rischiose per la salute, ma niente ferma il Bulimico, il suo oramai è diventato un vero e proprio circolo vizioso. Nello schema sotto è rappresentato il circolo vizioso messo in atto dal Soggetto con Bulimia:


 


All’inizio, chi decide di controllare il peso con il vomito, con l’uso di lassativi, o di attività fisica eccessiva ed intensa, estremo digiuno, o altre forme purganti, non sospetta, ne è in grado di valutare, il rischio di restare intrappolato nel circolo vizioso del Disturbo. 
Solitamente, la Bulimia ha inizio durante l’Adolescenza, ma la pratica clinica e i cambiamenti socio culturali hanno evidenziato un abbassamento dell’ età di insorgenza, lo sviluppo del disturbo anche in Età adulta,  ed un aumento della casistica tra i soggetti di sesso maschile. 
Il soggetto che ha maggiori possibilità di sviluppare il disturbo presenta scarsa sicurezza, ricerca di approvazione e stima degli altri per determinare il proprio valore personale. Il cibo, all’ esordio del disturbo funge da ansiolitico e calmante, ed è proprio questo suo effetto sedativo, a giocare un ruolo determinante nel mantenimento e nel rinforzo della malattia e quindi nella sua cronicizzazione.  
La vita inizia a ruotare intorno al cibo, al peso ed alle forme corporee, alle abbuffate; il bulimico si sente prigioniero di se stesso ed intrappolato. Le relazioni sociali, sentimentali, professionali vengono inevitabilmente intaccate mano a mano che il disturbo prende il dominio sulla vita del soggetto: il pensiero si indebolisce, le idee si impoveriscono, il fisico ne risente ed appaiono forme ideative simil persecutorie, ossessive e fobiche, che nei casi più gravi arrivano, a vere e proprie, forme psicotiche.

Molto spesso familiari ed amici sono all’oscuro di questi comportamenti e ne ignorano la presenza, altre volte alcune anomalie comportamentali sono notate, ma il o la bulimica, escogita ogni modalità, prevalentemente la menzogna,  per nascondere il problema e camuffare i comportamenti. Altre volte invece,  sono indicatori ed approfondimenti clinico . - diagnostici, anche secondari,  a svelare che qualcosa non va: es. alterazioni Gastrointestinali: reflusso, esofagite, dispepsia, colon catartico, sanguinamento gastrointestinale, Elettrolitiche (alcalosi metabolica, crisi tetaniche, crampi, crisi comiziali), alterazioni sistemiche (cefalea, nausea, aumento peso), Endocrine, come  irregolarità mestruali, ipoglicemia e Orali: sialoadenosi,  iperamilasemia, xerostomia, ecc.

Non è infrequente che nel corso di una visita odontoiatrica, ossia dal Dentista, lo Specialista evidenzi zone di corrosione dello smalto, non attribuibili a cause specifiche.

A questo proposito il Dr. Giuseppe Piccoli, Specialista in Odontoiatria scrive:

La bulimia è un disturbo del comportamento alimentare che determina un vero e proprio quadro sindromico caratterizzato da alterazioni a carico delle prime vie aereo digestive e non solo.

La bulimia si distingue, dal punto di vista del comportamento, in bulimia con condotta di eliminazione e bulimia senza condotta di eliminazione ovvero: bulimici che dopo l’atto compulsivo determinano il vomito e bulimici che attuano condotte suppletive compulsive digiuno prolungato , sport eccessivo ecc. ecc.

Dal punto di vista stomato-pneumologico ci interessa il bulimico con condotta di eliminazione.

Questo soggetto andrà incontro all’instaurarsi di un quadro sindromico che lo caratterizza e che rappresenta nella maggior parte delle volte il primo segnale del suo malessere, visto che molti tendono a mascherare la bulimia ma soprattutto la condotta di eliminazione!

Per noi Odontoiatri sono Segni Patognomonici di una sindrome bulimica le seguenti evidenze cliniche supportate poi da una corretta e puntuale anamnesi personale e familiare ( non va dimenticato che questi pazienti molto spesso vogliono mascherare il loro stato e sono abili mentitori ):

Le dita della mano con cui ci si procura il vomito , solitamente indice e medio della mano dx , sono corrose dai succhi gastrici , maggiormente le unghie!

Lesioni della parete dell’esofago che inizialmente sono reversibili e sono rappresentate da una flogosi della mucosa che quando cronicizza porta ad una esofagite cronica che può avere anche sviluppi gravi!

Tutto il tratto aereo-digestivo superiore è infiammato con presenza in alcuni casi di erosione ( stato di flogosi cronica ) e questo sia per azione diretta che per azione indiretta da parte dell’acido non va dimenticato che durante il vomito le esalazioni dei succhi gastrici  raggiungono anche la trachea compromettendo pure il timbro vocale!

Lesioni cariose che per numero di denti interessati, localizzazione, ed estensione  sono patognomoniche!

Flogosi generalizzata della mucosa !

In realtà, va detto che le lesioni a carico dei denti sono lesioni di natura chimica e non una vera e propria carie, ecco perché tutte le volte che ci troviamo di fronte ad un soggetto che presenta numerose lesioni pseudocariose pur essendo un maniaco dello spazzolamento dobbiamo sempre presupporre che a monte vi sia uno stato di malessere che in alcuni casi è rappresentato dalla bulimia!



a cura di
Dr.ssa Agata Evelina Carriero - Psicoterapeuta
Dr. Giuseppe Piccoli - Odontoiatra


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