“Potrebbe Fare Di Più Ma Non Si Impegna”, “È Pigro”, “Quando Si
Tratta Di Fare I Compiti È Svogliato”, “Deve Esercitarsi Di Più E Giocare
Meno”, “Con I Compagni Va Tutto Bene, Ma Quando Gli Si Chiede Di Leggere Si
Oppone”, “Non Vuole Fare I Compiti”, “Non Vuole Andare A Scuola, Ed È Spesso
Disattento”, “Commette Molti Errori Ed È Spesso Distratto”,
Queste, e
molte altre, alcune delle “Frasi – Accusa” che spesso Genitori ed Insegnanti
rivolgono ai Bambini. Fortunatamente, oggigiorno, si hanno maggiori conoscenze;
ma non sempre è stato cosi.
Stiamo
parlando di Bambini con Difficoltà scolastiche e Disturbi specifici
dell’Apprendimento (DSA).
I DSA coinvolgono direttamente Insegnanti e Scuola,
Genitori, Bambini.
Non di rado,
le percentuali di incidenza delle Difficoltà scolastiche legate ad Abilità
specifiche all’ interno del gruppo
classe, riportate dagli insegnanti, sono statisticamente superiori alla reale
distribuzione del fenomeno. Questa sovrastima è data, per lo più, da una scarsa
conoscenza dei DSA, dall’ inferenza arbitraria circa cause e ipotesi di cause,
e dal ricorso al modello associazionistico dell’ apprendimento.
Ma cerchiamo
di capire in maniera semplice, cosa sono i DSA e come fare a capire se il
nostro Bambino possa avere un Disturbo dell’Apprendimento piuttosto che una
difficoltà legata ad altri fattori, in seguito all’ennesima segnalazione da
parte degli Insegnanti. Cerchiamo di
capire, inoltre, dal punto di vista
degli insegnanti come poter “individuare” un potenziale DSA in classe.
Innanzitutto, cosa sono i Disturbi specifici dell’Apprendimento(DSA)?
I DSA sono Disturbi
funzionali, ossia che interessano una funzione, di natura neurobiologica e
congenita e presenti sin dalla nascita e non acquisiti. Derivano da una specifica
struttura neuropsicologica del soggetto ed interessa SOLO aree specifiche
dell’Apprendimento quali la Lettura, la Scrittura, il Calcolo, senza
compromettere l’ Intelligenza generale. Questo significa che un bambino con Difficoltà
specifiche di Apprendimento non è ritardato ne, tantomeno, meno intelligente
bensì presenta alcune problematicità nel momento in cui deve leggere, scrivere
o fare calcoli.
Queste
difficoltà possono presentarsi singolarmente, come noi esperti definiamo mono funzionali, oppure combinati, multifunzionali.
Che i DSA
abbiano una base genetica non è, oramai più, un mistero. E’ difatti dimostrato
che, è più frequente la trasmissione familiare del Disturbo. I DSA non indicano,
inoltre, svantaggio culturale ed economico, non sono legati alla disabilità
psichica, persistono nel tempo, e permettono attraverso le opportune strategie
didattiche compensative, di giungere agli obiettivi scolastici previsti.
Quali Sono I DSA?
I DSA Sono:
Dislessia – Disturbo di Lettura
Disortografia – Disturbo di Scrittura
Disgrafia – Disturbo di Scrittura
Discalculia - Disturbo di Calcolo
Nella Dislessia
Evolutiva (differente dalla dislessia acquisita, che è una particolare forma
conseguente ad una danno cerebrale e ad una lesione), il bambino mostra
difficoltà ad apprendere il codice scritto e quindi operare la lettura “decifrativa”,
ossia viene meno la sua capacità di far corrispondere automaticamente i segni
ai suoni. Questo comporta deficit nella velocità di lettura (fluenza) e nella accuratezza. I bambini, difatti, si
mostrano lenti nel leggere, commettono molti errori, hanno una lettura
stentata, si affaticano molto.
La Disgrafia
ovvero il Disturbo di scrittura comporta
un deficit nella realizzazione grafo – motoria della scrittura; la scrittura
apparirà così poco chiara, irregolare nella forma e dimensione, disordinata e
poco comprensibile. Questo disturbo riguarda unicamente la grafia e non le
regole orto – sintattiche
La
Disortografia o disturbo di scrittura che
riguarda la competenza ortografica ovvero tutte quelle abilità che consentono
di trasformare il suono nel segno scritto e o nel recuperare le forme
ortografiche delle parole (come si scrivono),comporta la presenza di numerosi
errori e omissioni nella scrittura di parole, sia sotto dettatura che in autonomia.
La Discalculia
invece è un disturbo che interessa il Calcolo, nello specifico interessa la
cognizione numerica, ossia la difficoltà nella concezione della quantità e
degli aspetti procedurali ovvero quelli legati allo svolgimento delle
operazioni matematiche.
Come si manifestano e quali sintomi presentano?
Va precisato
che i DSA non sono una Malattia. Questa confusione e ancor vaga conoscenza del
disturbo genera spesso allarme e apprensione nei genitori. I DSA non sono
causati da un agente patogeno specifico ma derivano da una particola organizzazione
del substrato neuronale deputato alla Letto – Scrittura su base biologica ed
innata, che costituisce un difetto funzionale o una anomalia funzionale.
È possibile
però, nonostante la diagnosi posta in
essere non prima del termine del 2 anno della primaria, al completamento degli
apprendimenti, riconoscere dei segnali precoci, durante gli esercizi
propedeutici nell’infanzia:
- Ritardo
nel Linguaggio
- Confusione
nelle parole che hanno una pronuncia simile
- Difficoltà
di espressione
- Difficoltà
ad identificare lettere
- Difficoltà
ad associare suoni a lettere
- Difficoltà
ad apprendere Rime e la Lateralità DX – SX, tenere Ritmo
- Familiarità
per DSA
NB. La
presenza di alcune di queste difficoltà NON è INDICE PROGNOSTICO CERTO DI DSA
Molte mamme
ed insegnanti infatti sono spesso allarmate dalla difficoltà nella distinzione
DX- SX dei Bambini nella Scuola dell’Infanzia.
Cosa fare se come Insegnante si ha il sospetto di DSA in classe?
Se si ha il sospetto
che in classe ci sia un alunno con potenziale DSA è necessario, dapprima
attivare forme di recupero didattico mirato. Qualora la didattica applicata non
sia sufficiente ad eliminare le difficoltà, le quali persistono, allora vi è la
segnalazione alla Famiglia e l’invio ad
uno Specialista.
Cosa fare come Genitore se la Scuola mi segnale le difficoltà del
mio Bambino?
Innanzitutto
non allarmarsi. Il fatto che la Scuola segnali alcune difficoltà del Bambino,
questo non significa necessariamente che si tratti di un DSA. Le statistiche,
infatti, riportano percentuali alte di Falsi positivi. Sarà la successiva
verifica, attraverso protocolli standardizzati e riconosciuti ed eseguiti da
Specialisti a porre Diagnosi. È fondamentale non creare allarmismi che possono
far sentire il Bambino come portatore di Diversità o Malattia, perché non è
così. Questo clima di tensione e preoccupazione, inoltre, tende ad incrinare
una situazione già compromessa dai precedenti richiami rivolti al Bambino dall’
Insegnante circa il suo presunto scarso impegno e dai Genitori divisi tra
atteggiamenti severi e punitivi, la costrizione nelle attività didattiche ed il
riconoscimento di una difficoltà.
Cosa fare in seguito alla diagnosi di DSA?
Il fatto che
i DSA abbiamo una componete biologica non significa che le conseguenze
funzionali siano immodificabili. E’ necessario che ognuno faccia la sua parte,
scuola, famiglia, specialista e servizi. In ambito scolastico l’insegnante
dovrà attivare lavori di tipo individualizzato e non collettivo, che facilitino
gli apprendimenti ed il raggiungimento degli obiettivi. Il Programma didattico
deve essere Personalizzato, cioè adattato alle caratteristiche specifiche. Il compito
della Famiglia è rinforzare i successi del Bambino eliminando ogni
atteggiamento che possa far sentire il Bambino diverso o meno capace degli
altri. Specialisti e Servizi si impegnano a verificare periodicamente lo
status, l’andamento e il proseguimento, laddove necessario, dei percorsi Riabilitativi
o di Potenziamento.
A chi rivolgersi in caso di DSA?
Per fare
diagnosi di DSA è necessario valutare il Bambino mediante Protocolli di
valutazione standardizzati, validi e riconosciuti, come riportato dalle Linee Guida
Nazionali L.170/2010.
Suddetta Legge
prevede che sono valide le Diagnosi effettuate secondo i criteri diagnostici
ICD 10 e relativi Codici, rilasciate da Asl o Enti accreditati.
A tal
proposito la Regione Puglia, riconosciuta la carenza e la difficoltà dei
servizi di rispondere alla Domanda, in una
circolare “Norme provvisorie” riporta:
“Per meglio venire
incontro alle esigenze ed alle eventuali difficoltà incontrate sia dagli utenti
destinatari della legge n. 170/2010, che dai propri familiari, nel suddetto
accordo viene riportato testualmente, al comma 3, art. 2 “Nelle more del
completamento, da parte delle Regioni, delle procedure di accreditamento di
ulteriori soggetti privati o di percorsi diagnostici, le Regioni individuano
norme transitorie per ovviare carenze o ritardi dei Servizi Pubblici o
accreditati dal S.S.N., al fine di consentire agli alunni e studenti con DSA di
usufruire delle misure previste dalla legge n. 170/2010. La presente nota,
in ossequio a quanto sopra menzionato, intende supportare e facilitare il contenuto
operativo dell’accordo medesimo, proprio nel venire incontro alla maggiore
difficoltà attualmente riscontrata dalle famiglie della Regione Puglia, riguardo
l’empasse da loro vissuto circa le liste di attesa presso le strutture
pubbliche o già accreditate, al momento in grado di rilasciare la certificazione
adeguata, e per le quali, comunque è stato già disposto un opportuno
potenziamento. Pertanto, in via transitoria, nelle more, sia del suddetto
potenziamento riguardo le strutture (pubbliche e private), sia della definizione delle
procedure di accreditamento di ulteriori soggetti privati, si
ritiene debbano essere riconosciute valide le certificazioni presentate dalla
famiglia e/o soggetti comunque legittimati alla tutela degli interessi degli
studenti interessati, già rilasciate da strutture o soggetti privati. Tali
certificazioni devono dimostrare, inequivocabilmente, il rispetto del
protocollo diagnostico,esplicitato in forma analitica e funzionale, secondo le
prescrizioni indicate al comma 1 dell’art. 3, dell’accordo
del 25 luglio 2012, e per le finalità indicate al comma 2 e 3 del medesimo articolo.”
* FONTE - Legge n. 170/2010 e Accordo tra governo, Regioni e Province autonome di Trento e Bolzano del 25 luglio 2012 su “Indicazioni per la diagnosi e la certificazione dei Disturbi Specifici dell’Apprendimento (DSA)”. Disposizioni transitorie per l’attuazione diffuse dalla Regione Puglia – Assessorato alle Politiche della Salute (prot. n. A00 152/0000353 del 9.01.2013).
Questo non significa che chiunque possa fare
diagnosi di DSA, ma che gli Specialisti da individuare debbano rispondere a
precisi requisiti stabiliti dalle Direttive (essere esperti in DSA) ed
utilizzare Protocolli diagnostici valutati e scientifici.
Quali
sono i principali trattamenti?
Tra i trattamenti abbiamo i training di
Potenziamento e i training di Riabilitazione. I trattamenti sono azioni dirette
ad aumentare efficienza di un processo alterato e/o deficitario. Le sua
caratteristiche sono: la specificità e le metodologie utilizzate. I percorsi
sono erogati dalle Asl, ma l’aumentata richiesta e la carenza di Servizi fa si
che non sempre la domanda sia del tutto soddisfatta. È possibile infatti che
possa essere garantito ad es. un servizio di Logoterapia ma non anche di
riabilitazione e potenziamento degli apprendimenti e quindi di Psicologia
scolastica e Psico - Pedagogia clinica. In tal senso, la strutturazione del
Training resta nella discrezionalità delle Famiglie che possono scegliere il
Professionista a cui rivolgersi. Gli esiti del trattamento, che richiedono una
durata a medio termine, sono valutati attraverso il confronto tra obiettivi
raggiunti e status di partenza e non tra Bambini con DSA e la Classe, come
spesso avviene. Un Buon training, in assenza di fattori inficianti, produce
quasi sempre degli obiettivi positivi, ancor più se vi è, intorno al Bambino, un
clima di Fiducia, sostegno, Serenità.
Ritorneremo nei prossimi Post a parlare di DSA.