Cari
Lettori, oggi parleremo di Disturbi del Comportamento Alimentare, nello
specifico della Bulimia e lo faremo sia sul piano Psicologico, nella prima
parte, sia sul piano Odontoiatrico, nella seconda.
Lo scopo di questo Articolo è promuovere una
migliore conoscenza degli indicatori e dei segnali tipici della Bulimia e la
divulgazione delle caratteristiche del Disturbo, del quale si parla spesso ma
del quale si sa poco.
L’Articolo vuole essere una breve Guida per Genitori, Famiglie,
persone affette dal Disturbo e per tutti coloro che vogliono approfondire
qualcosa in più sui Disturbi del Comportamento alimentare.
Ringrazio
per il Contributo professionale il Dr. Giuseppe Piccoli, Odontoiatra, che ha
curato, con chiarezza e professionalità, gli aspetti legati alle compromissioni Odontostomatologiche delle condotte di eliminazione.
Prima
di addentrarci nei contributi, in qualità di Professionisti, ci preme una doverosa
premessa:
curare ed affrontare i DISTURBI ALIMENTARI è POSSIBILE. La Terapia,
alla quale dedicheremo un prossimo articolo, necessita di Figure specializzate
nel campo dei Disturbi alimentari e di
esperienza clinica nel settore. I DCA vanno affrontati sul piano Psicologico,
medico, alimentare e NON SU UN SOLO LIVELLO, pena il successo terapeutico.
È necessaria
una accurata Anamnesi e Diagnosi e l’elaborazione condivisa di un Progetto
terapeutico che prevede obiettivi graduali ma soprattutto la Compliance del
Paziente, laddove non coesistano condizioni cliniche che mettono in rischio la vita stessa del pazienze e che ne richiedano l'ospedalizzazione.
Tra
i Disturbi del Comportamento alimentare identificati dal DSM IV, la Bulimia
rappresenta una Patologia ad alta frequenza. La Bulimia è caratterizzata da
abbuffate ossia dall’ingerimento di grandi quantità di cibo in poco tempo. L’abbuffata
è seguita da un tentativo di liberarsi dal cibo e dalle conseguenti calorie. Per
meglio rappresentare quella che può essere l’esperienza ed il vissuto di un
soggetto affetto da Bulimia, riporto uno stralcio tipico di un paziente:
“se mangiavo un pezzo
di pane, solo uno, mi sentivo come se stessi scoppiando! Smettevo di ascoltare
chiunque a tavola mi stesse parlando. Cominciavo a pensare: come posso
liberarmi di tutto questo? Mi preoccupavo di come sembravo grassa e come mi
stavano male i vestiti addosso. La mia testa era assalita da pensieri su come
mi sarei comportata. Mi abbuffo tanto oramai ho rovinato tutto? La notte era
rovinata ed io ero in uno stato confusionale..” Pz. anonimo
I
soggetti bulimici non necessariamente presentano un indice di massa corporea
che li colloca nel range del sottopeso, anzi il più delle volte è possibile
trovare rilevazioni di normopeso o addirittura sovrappeso.
Ma
quali sono le caratteristiche della Bulimia?
La
Bulimia comporta la presenza di Abbuffate ossia dal comportamento di mangiare
in un definito periodo di tempo una quantità di cibo significativamente
maggiore di quello che la maggior parte delle persone mangerebbe nello stesso
tempo e dalla sensazione di perdere il
controllo durante l’episodio. Alle abbuffate sono seguite inappropriate e compensatorie condotte di controllo
del peso (eccessiva attività fisica, vomito autoindotto, abuso di lassativi e
diuretici, digiuno successivo). Altra caratteristica, è la relativa frequenza
delle abbuffate, da 2 o più volte a settimana e per un periodo di almeno 3
mesi. L’autostima, ossia la percezione del proprio valore personale è
influenzata dall’oscillazione del peso e della forma fisica.
Durante
una abbuffata l’introito calorico può variare tra le 1000 e le 60.000 calorie,
introdotte rapidamente, e da cibo anche di scarsa qualità o non del tutto in condizioni
di commestibilità es. cibo surgelato, avanzi e scarti, ecc.
Questi
comportamenti sono per lo più tenuti segreti e possono essere sia programmati
che non.
Subito dopo l’abbuffata, il soggetto è esausto, il cibo, che in un
primo momento aveva assolto da ANESTETICO, lascia il posto al senso di vergogna,
al panico, al senso di colpa ed alla preoccupazione di ingrassare. Il soggetto
ha difficoltà a riconoscere la persona che era diventata durante l’abbuffata,
si disprezza e si odia, ma soprattutto percepisce la sua incapacità a controllarsi.
Le
condotte di eliminazione rappresentano per il soggetto bulimico l’unico rimedio
e la più rapida soluzione all’abbuffata.
Le modalità messe in atto sono
innumerevoli ed alcune anche piuttosto rischiose per la salute, ma niente ferma
il Bulimico, il suo oramai è diventato un vero e proprio circolo vizioso. Nello
schema sotto è rappresentato il circolo vizioso messo in atto dal Soggetto con
Bulimia:
All’inizio,
chi decide di controllare il peso con il vomito, con l’uso di lassativi, o di
attività fisica eccessiva ed intensa, estremo digiuno, o altre forme purganti,
non sospetta, ne è in grado di valutare, il rischio di restare intrappolato nel
circolo vizioso del Disturbo.
Solitamente, la Bulimia ha inizio durante l’Adolescenza,
ma la pratica clinica e i cambiamenti socio culturali hanno evidenziato un
abbassamento dell’ età di insorgenza, lo sviluppo del disturbo anche in Età
adulta, ed un aumento della casistica tra i
soggetti di sesso maschile.
Il soggetto che ha maggiori possibilità di
sviluppare il disturbo presenta scarsa sicurezza, ricerca di approvazione e
stima degli altri per determinare il proprio valore personale. Il cibo, all’
esordio del disturbo funge da ansiolitico e calmante, ed è proprio questo suo
effetto sedativo, a giocare un ruolo determinante nel mantenimento e nel
rinforzo della malattia e quindi nella sua cronicizzazione.
La vita inizia a ruotare intorno al cibo, al peso ed alle forme corporee, alle
abbuffate; il bulimico si sente prigioniero di se stesso ed intrappolato. Le relazioni
sociali, sentimentali, professionali vengono inevitabilmente intaccate mano a
mano che il disturbo prende il dominio sulla vita del soggetto: il pensiero si
indebolisce, le idee si impoveriscono, il fisico ne risente ed appaiono forme
ideative simil persecutorie, ossessive e fobiche, che nei casi più gravi arrivano,
a vere e proprie, forme psicotiche.
Molto
spesso familiari ed amici sono all’oscuro di questi comportamenti e ne ignorano
la presenza, altre volte alcune anomalie comportamentali sono notate, ma il o
la bulimica, escogita ogni modalità, prevalentemente la menzogna, per nascondere il problema e camuffare i
comportamenti. Altre volte invece, sono indicatori ed approfondimenti clinico . - diagnostici,
anche secondari, a svelare che qualcosa
non va: es. alterazioni Gastrointestinali: reflusso, esofagite,
dispepsia, colon catartico, sanguinamento gastrointestinale, Elettrolitiche
(alcalosi metabolica, crisi tetaniche, crampi, crisi comiziali), alterazioni
sistemiche (cefalea, nausea, aumento peso), Endocrine, come irregolarità mestruali, ipoglicemia e Orali:
sialoadenosi, iperamilasemia, xerostomia,
ecc.
Non
è infrequente che nel corso di una visita odontoiatrica, ossia dal Dentista, lo
Specialista evidenzi zone di corrosione dello smalto, non attribuibili a cause
specifiche.
A
questo proposito il Dr. Giuseppe Piccoli, Specialista in Odontoiatria scrive:
La
bulimia è un disturbo del comportamento alimentare che determina un vero e
proprio quadro sindromico caratterizzato da alterazioni a carico delle prime
vie aereo digestive e non solo.
La
bulimia si distingue, dal punto di vista del comportamento, in bulimia con
condotta di eliminazione e bulimia senza condotta di eliminazione ovvero:
bulimici che dopo l’atto compulsivo determinano il vomito e bulimici che
attuano condotte suppletive compulsive digiuno prolungato , sport eccessivo
ecc. ecc.
Dal
punto di vista stomato-pneumologico
ci interessa il bulimico con condotta di
eliminazione.
Questo
soggetto andrà incontro all’instaurarsi di un quadro sindromico che lo
caratterizza e che rappresenta nella maggior parte delle volte il primo segnale
del suo malessere, visto che molti tendono a mascherare la bulimia ma
soprattutto la condotta di eliminazione!
Per
noi Odontoiatri sono Segni Patognomonici
di una sindrome bulimica le seguenti evidenze cliniche supportate poi da una
corretta e puntuale anamnesi personale e familiare ( non va dimenticato che
questi pazienti molto spesso vogliono mascherare il loro stato e sono abili
mentitori ):
Le
dita della mano con cui ci si procura il vomito , solitamente indice e medio
della mano dx , sono corrose dai succhi gastrici , maggiormente le unghie!
Lesioni
della parete dell’esofago che inizialmente sono reversibili e sono
rappresentate da una flogosi della mucosa che quando cronicizza porta ad una
esofagite cronica che può avere anche sviluppi gravi!
Tutto
il tratto aereo-digestivo superiore è infiammato con presenza in alcuni casi di
erosione ( stato di flogosi cronica ) e questo sia per azione diretta che per
azione indiretta da parte dell’acido non va dimenticato che durante il vomito
le esalazioni dei succhi gastrici raggiungono
anche la trachea compromettendo pure il timbro vocale!
Lesioni
cariose che per numero di denti interessati, localizzazione, ed estensione sono patognomoniche!
Flogosi
generalizzata della mucosa !
In
realtà, va detto che le lesioni a carico dei denti sono lesioni di natura
chimica e non una vera e propria carie, ecco perché tutte le volte che ci
troviamo di fronte ad un soggetto che presenta numerose lesioni pseudocariose
pur essendo un maniaco dello spazzolamento dobbiamo sempre presupporre che a
monte vi sia uno stato di malessere che in alcuni casi è rappresentato dalla
bulimia!
a cura di
Dr.ssa Agata Evelina Carriero - Psicoterapeuta
Dr. Giuseppe Piccoli - Odontoiatra