mercoledì 20 marzo 2013

PARLIAMO DI .. BALBUZIE

Disturbo non così poco frequente, la Balbuzie è un deficit della Fluenza verbale che interessa adulti e bambini.
Oltre alla Disfluenza verbale, caratterizzata da ripetizioni e prolungamenti di suoni (fonemi) e sillabe, pause più o meno lunghe, il disturbo si manifesta anche attraverso ripetuti movimenti irregolari (inizialmente volontari, che a causa della ripetitività assumono connotazione involontaria ed automatica) dei muscoli della respirazione, dell'articolazione e della fonazione in generale. 
La Balbuzie può inoltre essere accompagnata da sincinesie ossia movimenti involontari del corpo, tic facciali, e embolofrasie ossia interiezioni ripetute o aggiunta di parole stereotipate es. "cioè... cioè..., appunto.. appunto" e alterazioni respiratorie (inspirazione-espirazione).
L'OMS riconosce la Balbuzie come "disturbo specifico dello sviluppo, in cui è presente un disturbo del ritmo della parola, in cui il paziente sa cosa vorrebbe dire ma non ne è in grado".  
L'età di esordio è tra i 2 ed i 6 anni e la prevalenza è nel sesso maschile. 
Tuttoggi non vi è una chiara e definita teoria circa l'eziopatogenesi del disturbo, bensì una costellazione di teorie.
Dalle teorie Organicistiche che presuppongono una lesione o una anomalia del SNC nelle aree del linguaggio (Teoria del ritardo o alterazione dello sviluppo motorio, teoria psicosomatica di  Karlin, Teoria della predominanza dell'ortosimpatico, Teoria della predominanza emisferica), alle Teorie Psicogetiche che presuppongono il deficit come apprendimento, anche di natura traumatica, alle Teorie Foniatriche che sostengono una prevalenza di movimenti dei muscoli abduttori laringei sugli adduttori (dati dimostrati mediante laringoscopia).
Al di là della trattazione scientifica, che rimandiamo ad altro Post, quello che è doveroso sapere, è che qualsiasi sia il modello teorico di riferimento, ritroviamo nelle Balbuzie delle condizioni altamente frequenti e comuni, come fattori di rischio: l' Ereditarietà, il Mancinismo, il Ritardo nell'inizio del linguaggio, il Bilinguismo  E' bene inoltre sottolineare, al fine di non creare inutili allarmismi, che nei bambini, durante la fase di sviluppo del linguaggio, è sovente riscontrare ripetizioni, prolungamenti, esitazioni, senza tensione tonica, che sono proprie di una fase di "sperimentazione" e che non hanno nulla a che vedere con il deficit. 
Anche il 65% delle balbuzie primarie in età prescolare, ha spesso una remissione spontanea. 
Nel caso però di un soggetto adolescente, solitamente il disturbo di è già instaurato (Balbuzie secondaria) ed è bene operare una accurata valutazione.
Uno degli aspetti interessanti è che il soggetto con balbuzie, quando è da solo, parla fluentemente. 
Questo Elemento rimanda, sempre più,  ad una componente interagente molto forte, quale l'Ansia.




Alcuni consigli..












Per genitori che dovessero notare nei propri bambini casi di Balbuzie, consiglio sempre di:
  • Non rimproverare il bambino
  • Non intervenire al fine di anticipare la parola o la frase portandola a termine
  • Non ridicolizzare il bambino
  • Creare un ambiente positivo, favorevole e che non faccia sentire il bambino come portatore di diversità o di un disagio
in sintesi: 
la Balbuzie ricorre maggiormente in contesti ed ambienti connotati da rigidità, alte aspettative, tendenze perfezionistiche, ansia e più semplicemente in famiglie che tentano di ipercorreggere, e molto orientate alla prestazione.
Queste stesse indicazioni risultano valide anche per soggetti più grandi ed adulti.
E' inoltre presente nell'adulto una tendenza a evitare le difficoltà,   spesso scarsa motivazione al trattamento, bassa autostima, permalosità.
Ma la Balbuzie si può curare?
Intervenire sulla Balbuzie è possibile, anche con buoni risultati. 
Attualmente ci sono diversi metodi per trattare il disturbo, dai trattamenti foniatrici, a quelli respiratori, ai trattamenti farmacologici, anche con nuove sperimentazioni, ai trattamenti cognitivo comportamentali combinati (terapia ambientale, operante, respiratoria, psicoterapica).
Il trattamento prevede una fase di Assessment e valutazione, che deve essere accurata e poi un piano terapeutico, che richiede al soggetto impegno e motivazione.
Nel caso di bambini, oltre alle indicazioni alla famiglia, il trattamento tiene conto dell'età del bambino e mantiene le possibili caratteristiche di ludicità. I risultati ottenibili sono legati alla durata del disturbo, alla sua gravità e cronicità, alla compliance del paziente. 

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